Nicola Ciacciarelli
Il derby di coppa conferma il verdetto del campionato. Questa Juve è di un altro pianeta. Poco può fare un Toro falcidiato dalle assenze, in particolare quella di Belotti. Gli ospiti recriminano per un intervento al limite di Khedira su Acquah da cui parte l’azione del raddoppio juventino. La Juve, da par suo, ha giocato una gara solida, completa, fatta di aggressività e giocate strappa applausi. La semifinale è sua.
Allegri ha riproposto un 4-3-3 con Douglas Costa e Dybala accanto a Mandzukic. Il brasiliano ha spaccato in due la gara, non solo con il gol, ma con tanti spunti utili ai suoi per orientare il match. A mettere in difficoltà i granata sono stati i suoi movimenti. L’ex Bayern è partito largo per poi accentrarsi e duettare con Dybala. Sulle fasce infatti nè Iago Falque, nè Berenguer hanno dato il loro contributo in fase di copertura. Dunque non è stato raro vedere De Silvestri e Molinaro essere presi di infilata, anche grazie alle sovrapposizioni di Asamoah e Lichtsteiner (entrato nell’intervallo per Sturaro). La Juve ha colto il punto debole del Toro. La presenza contemporanea dei piedi buoni di Dybala, Douglas Costa e Pjanic ha permesso ai bianconeri cambi di gioco decisivi per eludere il pressing , perarltro non irresistibile, dei granata. Il maggior vigore e forza fisica dei vicecampioni d’Europa ha fatto il resto. La condizione dei bianconeri migliora di partita in partita e a guadagnarne non è solo la manovra, ma anche il recupero palloni. A poco più di un mese dal ritorno della Champions la Signora appare più completa e solida. Alcuni elementi, vedi Matuidi e Costa, che stentavano ad inizio anno sono ormai integrati con il resto della squadra. Merito di un graduale e sapiente inserimento nei meccanismi di squadra da parte di Allegri. Il toscano sfrutta la vastità della sua rosa per effettuare turnover mirati e che non rivoluzionino l’assetto tecnico-tattico. Arrivare fino in fondo a tutte le competizioni così si può.