Francesco Falzarano
Un derby storico quello andato in scena ieri al Ciro Vigorito. Una partita che fino a qualche tempo fa assomigliava molto ad una plausibile amichevole estiva, ed invece ora è di cartello in serie A. Una cornice di pubblico degna del miglior quadro possibile, con la Curva Sud, a far da pittore, con colori e note da brividi. Inizia così Benevento vs Napoli, ma era iniziata ancor prima del semplice fischio di Di Bello, quando lo stadio intero cantava a squarciagola, per la propria squadra. Già, perché Benevento canta per i suoi colori, e per l’amore verso essi. In barba alla classifica, in barba alle derisioni vere o presunte tali, di una squadra che sembra in serie A quasi per caso, ma non è così. Tifo, coreografia, canti e civiltà, tutto questo è stato Benevento ieri. Si perché tra i migliaia di cuori giallorossi a battere sui gradoni, contro il freddo, c’erano mischiati tanti tifosi di fede azzurra, ma questo non ha limitato né lo spettacolo, né la civiltà di un popolo, che preso come tale, figurerebbe certamente nella parte sinistra della classifica. La partita, parla di un Benevento nuovo negli uomini e nelle idee. Puggioni difende i pali, Sandro gestisce il centrocampo, Djuricic condisce con il talento. E’ un Benevento che ci prova, e che “intimorisce” anche i giganti del Napoli. Finisce però 0-2, un gioiello di Mertens e un errore di Venuti piegano i giallorossi mai domi, e con un VAR sempre poco gentile verso la strega, che però risponde con gli applausi, ieri meritati, ai suoi calciatori . Il punto però è un altro, avete presente gli scacchi ? Bene, come si fa scacco matto senza conquistare le pedine ? E’ impossibile. Questo vogliamo dire, che non è con il Napoli che ci si aspetta punti, sebbene nella situazione attuale i giallorossi non possono far calcoli, ma sono quelle con Bologna e Torino le partite che fanno male … fanno male per davvero. Bisogna andare per gradi ed assicurarsi punti con le squadre , in teoria, alla portata e non cercare il colpo grosso fine a se stesso, perché una rondine sebbene stupenda non fa primavera. Crederci ? Difficile dirlo, il Benevento deve fare la corsa su se stesso e vedere a Maggio dove si trova, perché se a Maggio si è ancora vivi, vorrà dire che il Benevento è venuto fuori dal suo encefalogramma piatto. Quei sette piccoli punti,devono essere un boomerang, perché se da un lato sono grandi nemici della classifica, dall’altro possono essere anche i più grandi amici dei giallorossi, perché la leggerezza di giocare senza fare calcoli, potrebbe portare poi a farlo qualche calcolo, per far spuntare anche al più piccolo degli stregoni un sorriso a tinte giallorosse.