di Elia Faggion
Dopo un’ora di gioco pareva che l’incantesimo beneventano avesse completamente stregato l’Inter, sottomessa in casa dall’ultimissima della serie, apparsa a tratti addirittura incontenibile. Poi i calci da fermo, i colpi di testa di Skriniar e Raocchia (proprio i brutti anatroccoli della gara di Genova), e i baùscia trovano la via dell’immeritata vittoria.
Il pubblico ha comunque sottolineato una prova, l’ennesima, estremamente deludente: non si può pensare di ambire alla quarta piazza con un non-gioco come quello interista, dove la massima produzione offensiva di un’azione è un cross, dove un immoto centrocampo è incapace e di creare situazioni e di proporsi in avanti, dove in parole povere l’improvvisazione domina sull’organizzazione. La seconda vittoria casalinga consecutiva non deve essere fumo negli occhi, e non è per forza un segnale di ripresa: ieri è andata bene, domani potrebbe non bastare, anche perché i prossimi impegni saranno con Milan, Napoli e Sampdoria.