di Marco Marini
Così recita una celebre canzone di De Gregori. Questa volta non si tratta di Nino ma di Sergej Milinkovic Savic. Il serbo, protagonista in positivo in molti frangenti della stagione dando una grossa mano alla squadra nei momenti di difficoltà trascinandola per mano, contro il Milan invece è stato protagonista in negativo. Proprio lui ha sbagliato il calcio di rigore che avrebbe permesso alla Lazio di arrivare al quinto tiro dal dischetto, tirato da Felipe Anderson, con il vantaggio di una rete. Probabilmente, anche perché la gara forse avrebbe preso un altro indirizzo. Ovviamente è più facile parlare a fine partita piuttosto che nel momento clou della gara, dove il peso sulle spalle è solo su chi va in campo. Soprattutto quando si tratta di un giocatore come il serbo, faro della squadra grazie alla sua tecnica sopra la media. Tuttavia, a mente fredda, resta l’amaro in bocca per il rigore sbagliato ma è altrettanto vero che un penalty parato, seppur importante, non può far cambiare idea sulla qualità del giocatore. Ieri è successo a lui, precedentemente anche ad altri. Per esempio a Baggio, trascinatore dell’Italia fino alla finale di Pasadena ad Usa 94