Nicola Ciacciarelli
Un lampo dopo 90 minuti vissuti nell’ombra, o quasi. Paulo Dybala risolve all’ultimo respiro la sfida con la Lazio avvicinando il Napoli perdente in casa con la Roma e ora distante un solo punto e con una gara in più.
La gara dell’Olimpico vive sui binari dell’equilibrio fino alla stoccata del campione, del genio fin lì ingabbiato da Inzaghi e forse da se stesso. Allegri lo ripropone da seconda punta affianco dello spento Mandzukic in un 3-5-2 con poca fantasia e dai ritmi lenti. Asamoah e Lichtsteiner sugli esterni si limitano al compitino e quando provano a sganciarsi in avanti non spaventano i biancocelesti, dal canto loro partiti bene e pian piano spentisi nella ripresa. Ovvio che che ad incidere sulla forma fisica dell’undici laziale ci sia la mezz’ora in più giocata in coppa con il Milan. Pur arretrando il proprio baricentro i romani reggono e lo fanno senza apprensione, recriminando per il contatto Benatia-Leiva in area Juventus. In casa Juve l’assenza Higuain è un fardello non da poco. Senza l’argentino non c’è nessuno che attacchi la profondità e gli attacchi bianconeri si spengono, spesso e volentieri, con le sponde errate di Mandzukic. Aggiungeteci la copertura preventiva di Parolo e Leiva agli inserimenti di Matuidi e Khedira ed il gioco è fatto. Allegri prova a ravvivare i suoi con l’ingresso di Douglas Costa, ma al brasiliano viene applicato un sistematico raddoppio che ne depotenzia la pericolosità. Costretto ad accentrarsi e a cercare l’uno-due negli angusti, ridotti spazi concessi dai biancocelesti, l’entrata dell’ex Bayern non cambia le carte in tavola. I bianconeri hanno il possesso dalla loro, ma la palla gira lentamente non dando modo di sorprendere l’avversario. Ecco perchè serve la magia di Dybala per agguantare tre punti d’oro e sin lì insperati. Colpo da maestro, perchè la palla è toccata quel tanto che basta per sorprendere Luiz Felipe e frapporsi tra Parolo e la sfera. Il resto è estasi per il popolo di Madama. Gioia pura. La Joya.