Hic sunt leones

Posted By on Mar 8, 2018 | 0 comments


di Francesco Morasso

 

Da troppo tempo a San Siro mancava una serata così, un’appuntamento d’altri tempi, con tanto di tutto esaurito. Il Milan è pronto ad accogliere l’Arsenal di Arsene Wenger con la voglia di tornare a trascorrere una notte di gala.

Inevitabili riaffiorano nella mente di ognuno di noi i precedenti contro i Gunners al Meazza ed ecco apparire un’istantanea del 2012 che racconta di un netto quanto inaspettato 4-0 con un incontenibile Boateng; o una della stagione 94/95 quando le stesse compagini di stasera si contendevano la finale di Supercoppa Europea e proprio nel match di ritorno a Milano, dopo lo 0-0 di Londra, i rossoneri, con un’insolita maglia gialla sfoggiata per l’occasione e con un gol per tempo vincono la partita e si aggiudicano la coppa. Anche, purtroppo, qualche boccone amaro da riportare alla mente..come per il Milan di Ancelotti, ad esempio, che nel 2007/2008 perde 2-0 in casa e non accede ai quarti di quell’edizione di Champions.

Questo, per la stagione del Milan di Gattuso, è un vero e proprio esame di laurea; per i rossoneri il modulo prescelto sarà il consueto 4-3-3 che tante soddisfazioni ha regalato nell’ultimo periodo, con la contestuale presenza nel tridente avanzato di Suso e Chalanoglu a supporto del tarantolato Cutrone. Un sistema tattico peraltro speculare rispetto a quello dei Gunners, pronti a dare battaglia sul rettangolo verde del Meazza con l’evidente obiettivo di mettersi alle spalle un momento di crisi che sembra non avere fine e che rappresenta, oggi più che mai, il preludio ad un divorzio dal tecnico dell’ultimo ventennio al termine della stagione.

Ozil e Mkhitaryan gli spauracchi da contenere per la retroguardia rossonera, chiamata a salvaguardare un sogno europeo che non si deve interrompere. Non sarà invece della partita quel Pierre-Emerick Aubameyang, accarezzato sogno di una notte di mezza estate per il Diavolo, arrivato a Londra a gennaio e non schierabile nelle coppe continentali.

Forza leoni l’arena è tutta vostra.

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