di Francesco Morasso
Contro un Chievo in crisi profonda, Gattuso vuole dar continuità al gran percorso del campionato tenendo tutti sulla corda e alimentando sia la fame di risultati che la giusta tensione. Il Milan sogna ancora la Champions. I rossoneri vogliono proseguire sullo splendido cammino intrapreso in campionato. Di fronte, i gialloblù del Chievo clamorosamente crollati fino a pochi centimetri dalla zona retrocessione.
Il Diavolo si presenta con un Abate ancora out, fuori dai convocati anche Romagnoli, Calabria e Kalinic. Dubbio sul modulo, tra 4-3-3 e le due punte, sicuro il rientro tra i titolari di Bonaventura dopo il turnover di Londra. Zapata, Borini e Cutrone titolari, Conti in panchina dopo sei mesi.
Nel Chievo non convocato Meggiorini, non al meglio: pronti Pucciarelli e Giaccherini, con quest’ultimo favorito. Jaroszynski è pronto a prendere il posto di Gobbi. Per il resto, la formazione non dovrebbe discostarsi da quella che ha perso il derby contro il Verona. Ballottaggio Dainelli-Tomovic in difesa.
Scoppia intanto il caso Kalinic fra i rossoneri. La scarsa intensità in allenamento sarebbe dietro la ‘scelta tecnica’ con cui il club ha spiegato è supportato la decisione dell’allenatore di escludere l’attaccante croato dai convocati per il Chievo. Tutto è accaduto poche ore dopo la conferenza stampa della vigilia, in cui l’allenatore ha puntato sulla necessità di “martellare, martellare, martellare”, ossia di dare tutto in questo ultimo impegno prima della sosta, definito “come una finale”, da affrontare anche senza gli acciaccati Romagnoli e Calabria. In attesa che domani Gattuso e i dirigenti si esprimano sulla vicenda, secondo quanto filtra, l’impegno di Kalinic nella rifinitura a Milanello non è stato all’altezza. Forse è stata una reazione di fronte al fatto che nella partitella la pettorina è andata a Cutrone, destinato a partire di nuovo titolare al centro del tridente. Di sicuro il croato, pagato 25 milioni di euro la scorsa estate e voluto fortemente da Montella, fin qui non ha quasi mai brillato (4 gol in 30 presenze, l’ultimo il 3 dicembre) e nelle ultime apparizioni è sembrato giù di tono, nella trasferta con il Genoa e nella doppia sfida con l’Arsenal. Un atteggiamento che non è piaciuto a Gattuso e l’esclusione punitiva ha il sapore del messaggio, non solo a Kalinic, ma anche al resto della squadra.
Tutti avvisati quindi. Nessun calo di tensione o errori di approccio alla gara, ormai il confine tra una buona stagione sulla quale costruire ed una fallimentare è davvero sottile.