Nicola Ciacciarelli
Bella? Tutt’altro. Spietata? Sì, come nessun altro forse. La Juve si riprende quattro punti di vantaggio sul Napoli, battendo un bel Milan sono nel segmento finale di gara. Come al solito a far la voce grossa sono i cambi di Madama: Douglas Costa e il rientrante Cuadrado. I bianconeri evidenziano una panchina lunga, profondissima e senza eguali, perlomeno in Italia.
La Juve passa parte della prima frazione in leggera sofferenza, causa un Milan pimpante e fresco. Kessie impone la sua fisicità in mediana, vincendo il duello con Matuidi e la maggior reattività degli uomini di Gattuso sulle seconde palle obbliga la Juve ad una gara di contenimento, dopo l’iniziale vantaggio di Dybala. Il 3-5-2 dei primi 45 minuti mette in mostra una Juve statica e che rimane sulle sue, affidando le sue fortune esclusivamente alle giocate di Dybala ed Higuain. Le accelerazioni da una parte di Suso e dall’altra di Calhanoglu costringono i due esterni a non sganciarsi più di tanto, non dando modo a Pjanic di trovare sbocco sui lati.
Sta al mister provare (e riuscire) a cambiare le carte in tavola. Prima con l’ingresso di Douglas Costa ed il passaggio al 4-3-3, poi con Cuadrado per Matuidi, che (ri)trasforma il modulo di Madama in 4-2-3-1. Sale il baricentro juventino , mentre il Milan scende di tono. La freschezza dei neoentrati regala un surplus di energie alla capolista. Sia nel secondo che nel terzo gol c’è lo zampino di Douglas Costa. Due azioni che dimostrano l’importanza del brasiliano, anche solo per il semplice fatto di essere in campo. L’ex Bayern porta via due uomini in occasione del 3-1 ad esempio, mentre otto minuti prima si era esibito in una delle specialità della casa: dribbling e palla filtrante. La Juve gioca un calcio bruttino a vedersi, ma logora l’avversario, quasi sempre più stanco e sulle gambe nell’ultimo quarto di gara. Le frecce nell’arco di Allegri sono innumerevoli e la capacità del tecnico di saper modellare il suo undici a seconda delle situazioni è ineguagliabile. Lo aiutano le infinite soluzioni che propone la rosa e la tempra di alcuni giocatori (vedi Khedira ieri sera) che rimangono in partita pur avendo giocato 70 minuti orrendi e risultando decisivi nelle pieghe della partita. La Juve rimane compatta e se non lo è difensivamente lo è mentalmente, sempre presente a se stessa. Spietata come nessuno.