Giorgio Dusi
Cagliari-Atalanta è una partita che sembra poter interessare solo ai sardi, ancora in piena lotta salvezza, non sicuri del proprio posto in Serie A l’anno prossimo e bisognosi dei tre punti. Ma l’Atalanta non sarà una semplice comparsa alla Sardegna Arena, perché ha ancora qualcosa da conquistare: il sesto posto. E fa tutta la differenza del mondo. Perché evitare i preliminari di Europa League permetterebbe di iniziare la stagione un mese dopo, con maggior calma. E condizionare inevitabilmente tutta l’annata 2018/19. Ecco perché in Sardegna arriverà una Dea che ha ancora qualcosa da guadagnare, ma niente da perdere. Perché la qualificazione in Europa è praticamente sicura, anche se non matematica.
La Fiorentina, prima inseguitrice e unica che può agganciare la Dea, ha una differenza reti di +12, contro il +19 dell’Atalanta, e sarà impegnata a San Siro contro il Milan che a sua volta non deve perdere il sesto posto. Un +7 di margine che lascia relativamente tranquillo Gasperini, vista anche la difficoltà dell’impegno dei toscani. Ma non per questo l’attenzione va abbassata, anche se le sorti dell’Atalanta dipendono anche dal Milan: in caso di vittoria dei rossoneri, i bergamaschi potrebbero anche perdere e sarebbero certi di chiudere al settimo posto.
L’Atalanta di Gasperini è però stata abituata a giocarsela sempre a prescindere dai calcoli, ed è una filosofia che ha portato a un totale di 132 punti in due anni (con una partita ancora da giocare per arrotondare ulteriormente il conto). E lo farà al massimo anche a Cagliari, con i propri uomini migliori – nonostante diverse defezioni soprattutto in difesa. Le squalifiche di Toloi e Masiello pesano, così come le assenze di Cornelius e Petagna in avanti. Ma la forza dell’Atalanta rimane sempre il collettivo: questo l’ha trascinata ancora in Europa. E questo può essere decisivo per chiudere un’altra stagione di successo con una vittoria.