Inter, ci siamo: ecco i novanta minuti che aspettavi

Posted By on Mag 20, 2018 | 0 comments


Elia Faggion

Questa edizione della Serie A, già etichettata come “la più esaltante degli ultimi 15 anni”, verrà ricordata davvero a lungo. Per aver lanciato Juventus nel mito, per la sfida calcistica e ideologica portata avanti dal Napoli di Sarri, per aver dato il saluto ad uno dei portieri più forti e vincenti della storia del calcio, ma soprattutto per la sua diuturna e dominante incertezza. Serviranno tutti gli ultimi 90 minuti, quelli della 38esima giornata, per capire chi sarà la terza squadra a retrocedere, ma anche chi strapperà l’ultimo biglietto per la prossima Champions League. Se lo giocano Lazio ed Inter, in una finale a tutti gli effetti, dove gli acquilotti dovranno resistere un’ultima volta per aggiudicarsi il pass, mentre Icardi e compagni caricheranno per sfondare il muro celeste. All’Olimpico i nerazzurri possono solo vincere, altrimenti sarà ancora una volta Europa League.
Il sogno interista è ancora reale, tangibile, sebbene i recenti ed esagerati intoppi: solamente 3 vittorie nelle ultime 7 partite, con la dolente ferita, ancora fresca, inferta dalla lama neroverde del Sassuolo una settimana fa a San Siro. Quello è stato il momento in cui tutto pareva perduto: ci è voluto un altro passo falso, quello laziale in casa del Crotone dell’ex Zenga. È anche vero che un sogno può trasformarsi subitaneamente in un incubo. O una maledizione. Se davanti ad un qualsiasi tifoso interista pronunciate le parole “Lazio” e “ultima giornata”, sicuramente vi risponderà con una data: quella del 5 maggio 2002. Un rintocco fatale, un eco insopprimibile, che oggi i tifosi nerazzurri non possono fingere di ignorare. C’è il rischio che l’attaccante della Lazio di allora, il “fratello scarso di Pippo”, Simone Inzaghi, possa rinnovare lo sgarbo, stavolta però da bordo campo, come allenatore dei biancocelesti. Imparagonabile la portata di quell’antica beffa – che costò uno scudetto all’inter – ma senz’altro siamo di fronte ad un possibile “5 maggio” moderno.
Ma riavvogliamo il nastro. Due anni più tardi del “5 maggio” un giovane nato a Pavia, interista di fede e cantante di professione, scala le classifiche assieme ad un paio di amici con un bellissimo pezzo. Il gruppo si chiama 883, la voce è quella di Max Pezzali, la canzone titola “Lo strano percorso”. Un’etichetta che si addice molto alla stagione dell’Inter di quest’anno: a novembre capolista, a febbraio quinta tra mille problemi, e a maggio in equilibrio tra successo e fallimento. Lo strano percorso, dice Max, “che neanche un grande libro e un grande film potrebbero descrivere mai, per quanto è complicato e imprevedibile”. Già, complicato e imprevedibile, come questa fantastica corsa, che terminerà solamente al fotofinish, perché “tutto in un secondo può cambiare”, come canta Max. Di certo anche lui, come tutti gli interisti, credono nell’impresa. Per poi intonare un altro suo successo, sulle note di “Sei fantastica”: perché senz’ombra di dubbio sarebbe una “storia a lieto fine, ai confini della realtà”.

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