Giovanni Rosati
Terza sconfitta nelle ultime tre, ottava nelle ultime undici: se l’obiettivo era quello di lasciare con l’ultima partita un buon sapore nelle bocche dei tifosi blucerchiati, è stato ampiamente fallito. La differenza di motivazioni reali e tangibili tra SPAL e Sampdoria era troppo grande perché non venisse fuori nell’arco dei novanta minuti e decidesse il destino della gara.
Le attenuanti, come ha voluto sottolineare Giampaolo, in realtà ieri ci sono state. Il fallo di mano di Caprari sanzionato con il calcio di rigore è quantomeno inseribile in una situazione limite. Il giocatore non allarga di molto il braccio rispetto al corpo e viene oltretutto colpito mentre compie una torsione con il busto che va a diminuire ulteriormente la superficie occupata dallo stesso braccio esternamente a quella della sua figura. L’arbitro ci mette il carico ammonendolo per quel tocco di mano e rifacendolo alla mezz’ora senza un minimo di esitazione, condannando quindi i blucerchiati a giocare per un’ora piena in 10 contro 11.
La Samp conferma la pessima annata lontano dalle mura amiche del Marassi, in cui è riuscita a totalizzare solo 3 vittorie, 4 pareggi e la bellezza di 12 sconfitte. Se si fosse giocato soltanto in trasferta, i liguri sarebbero arrivati sedicesimi, appena quattro punti sopra la zona retrocessione. C’è però da dire, ad onor del vero, che se si fosse invece giocato solamente le partite casalinghe i numeri sarebbero esattamente invertiti (12 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte) e la Sampdoria sarebbe giunta terza, qualificandosi alla prossima Champions League. La media di queste due classifiche dice invece che i blucerchiati sono scesi gradualmente sino a condividere, proprio in virtù dei risultati di quest’ultima giornata, il nono piazzamento con il Torino di Mazzarri.
Di positivo c’è il bel goal di Kownacki, che ha accorciato le distanze con un tiro al volo in girata, e la quarta consecutiva da titolare di Andersen che, pur avendo messo in campo una prestazione al di sotto delle aspettative, promette bene per il prossimo futuro.
La stagione è finita, si apre quella del mercato. Partiranno probabilmente dei pezzi pregiati sul mercato come Praet e Torreira, saluteranno Bogliasco i giocatori che erano in prestito come Ferrari e che come Strinic è in scadenza e s’è già accordato con altre società per la prossima annata. Bisognerà lavorare bene sul mercato per sostituirli con giocatori già formati ed altri da crescere in casa propria, per continuare il trend positivo tanto in classifica quanto sul bilancio degli ultimi due anni di gestione Ferrero. Ma soprattutto bisognerà ritrovare l’appetito giusto: a fine stagione, in bocca, è rimasto tanto amaro.