Pasquale Pollio
Il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI presieduto dall’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini emette un verdetto alla “Ponzio Pilato” decretando la cancellazione dell’Avellino dal calcio professionistico, e sarebbe la seconda volta in dieci anni.
Non si comprende come la pena inflitta all’Avellino sia la stessa comminata a Bari e Cesena, società fallite, senza considerare che il problema degli irpini ha origine dalla prima fidejussione stipulata con la ONIX Assicurari, compagnia rumena, a cui la dirigenza si era affidata per la fidejussione necessaria all’iscrizione al torneo cadetto.
A prescindere dalla inibizione ad operare di quella società, l’anomalia è palese,in quanto la legge italiana sugli appalti non tiene conto del rating ma della solvibilità delle compagnie fidejussorie, mentre per la FIGC, organo di diritto pubblico, la legge non ha valore perché superata dal proprio regolamento interno.
Nonostante questo, la dirigenza irpina ha presentato una seconda fidejussione stipulata con la FINWORLD, inizialmente inserita negli istituti accreditati dalla FIGC, ma che era al centro delle attenzioni da parte del Consiglio di Stato per operazioni svolte dal 2017 al 2018, pertanto anche la seconda fidejussione non è stata ritenuta valida.
Amche se voci di corridoio asseriscono che ci sono società di B e Lega Pro ammesse con tali documentazioni.
A questo punto il Presidente Taccone, sicuramente non esente da colpe, si è affrettato a presentare una terza fidejussione stipulata con la GRUPAMA, società che ottempera a tutte le richieste della FIGC, ma fuori termine, ed anche per questo motivo il CONI, nonostante ci fossero i requisiti per l’iscrizione non é entrata nel merito confermando la precedente bocciatura.
Nessuno nega che il “modus operandi” della dirigenza irpina sia stato quantomeno maldestro, ma cancellare dal calcio professionistico una società che ha tutti i requisiti per l’iscrizione ci sembra pena eccessiva.
Scontata la presentazione del ricorso al TAR del Lazio che si dovrà pronunciare entro Venerdì 3 Agosto, per scrivere la parola fine su una vicenda che ancora una volta mette in risalto le pecche del sistema calcio che ha urgente bisogno di essere riformato.