Milan, un pareggio che serva da lezione

Posted By on Set 17, 2018 | 0 comments


Francesco Morasso
Non era una partita facile, non lo è mai a Cagliari. I sardi nel proprio stadio moltiplicano sempre le forze, non a caso nei primi minuti riescono a mettere sotto il Milan. Prima l’occasione di Pavoletti che prende il palo, poi il gol di Joao Pedro, infine il palo colpito da Barella. Il posticipo della quarta giornata comincia con i rossoblù che sembrano indemoniati.
Col tempo però il Milan è riuscito ad alzare il baricentro, ha superato il momento difficile e poi ha preso in mano il pallino del gioco. Bonaventura ha sbagliato un paio di ottime occasioni da gol, ma i rossoneri non si sono abbattuti, anzi, hanno preso sempre più coraggio finendo per schiacciare il Cagliari nella sua metà campo.
Nella ripresa è quindi Higuain ,piuttosto spento nel primo tempo, a trovare il gol dell’1-1. Da quel momento il Pipita ha provato a prendere per mano il Milan, ma il Cagliari si è chiuso con ordine, facendosi sì schiacciare,ma senza concedere grandi occasioni. Il pareggio, alla fine, può accontentare tutti. I sardi per la prestazione, i milanesi per la solidità mentale dimostrata. Possono crescere entrambe. Possono fare bene entrambe. Fra le note meno liete proprio quel “signor Bonaventura” che ieri sera ha incarnato perfettamente lo stereotipo del noto personaggio dei fumetti anni 20 apparso sulle pagine del Corriere dei Piccoli per svariati decenni dimostrandosi il peggiore in campo in assoluto: spreca due clamorose palle gol con il Cagliari ancora in vantaggio e non se la cava meglio in fase di impostazione. Evidentemente ancora non in condizione fisica. Non può che migliorare proprio imparando dallo stesso gaio fumetto che vedeva il protagonista quasi sempre squattrinato all’inizio e milionario alla fine delle sue avventure. Deve assolutamente migliorare perché il Milan ha bisogno di lui. Per ora Il Milan cresce quando Bakayoko entra al suo posto.
C’era una volta il Milan campione di tutto, una squadra in grado di dominare in Italia e in Europa, ricca di campioni. C’era, purtroppo, ma presto potrebbe tornare. Sono questi i piani della proprietà americana, della dirigenza fatta di grandi ex rossoneri e del tecnico Rino Gattuso, uno degli eroi dell’ultimo Milan davvero vincente. Per ora c’è anche, o almeno ci dovrebbe essere nella squadra, la consapevolezza che chiamarsi Milan non basta, che certe partite vanno vinte dando tutto a livello di concentrazione e di energia messa in campo. Per questo il pareggio di Cagliari di ieri brucia, soprattutto alla luce della sconfitta dell’Inter e del pareggio interno della Roma, ma può e deve essere preso da lezione per fissare bene nella testa di tutti certi concetti.
Il Milan e Gattuso e Maldini hanno dimostrato di saperlo bene con le loro dichiarazioni nel post partita, deve crescere molto a livello mentale. Il problema, secondo allenatore e dirigente, è soprattutto di consapevolezza, sia solo quello o sia anche di altra natura una cosa è certa: il Milan non può regalare spezzoni così grandi di partita. Pensiamo al secondo tempo con il Napoli, ma soprattutto ai primi 25 minuti di ieri, quando i rossoneri sono finiti in balia del pressing del Cagliari, una buona squadra, certo, ma non un top team. Così come non può permettersi di prendere sistematicamente ogni partita o di fare affidamento solo alle iniziative dei giocatori di maggior talento, mancando di concretezza nei pressi dell’area di rigore avversaria.
L’augurio per la compagine meneghina è che nel corso dei prossimi serrati appuntamenti la consapevolezza e la fiducia nei propri mezzi cresca in maniera direttamente proporzionale alla condizione mentale e fisica.

Francesco Morasso

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