Francesco Falzarano
Un match da vincere, e invece vittoria non è stata. Il Napoli impatta nell’inferno di Belgrado, bloccato dai legni, la sfortuna e la Stella Rossa. Ancelotti tiene fuori Hamsik, per far esordire Fabian Ruiz, per quello che ha tutti i contorno di un 4-2-3-1. Il Napoli ha in mano la partita ma c’è sempre quella sensazione di incompiuto, come se qualcosa non andasse. Non è il Napoli brillante e sbarazzino degli altri anni, è certamente il Napoli di Ancelotti e non più quello di Sarri. La cosa che colpisce è la mancanza di qualità e velocità nel palleggio, nelle giocate e soprattutto la scelta sbagliata sia nei 25 metri che nei 15 metri. Un pareggio che complica molto i piani azzurrri in vista del girone, che parte decisamente in salita. Già perché facendo un calcolo spannometrico del girone è facile intuire come chìon una delle due big a parità di percorso al netto del pari di Belgrado serviranno 4 pt. Ancelotti non fa drammi : “il girone è lung dobbiamo e possiamo migliorare, ce la giochiamo con tutte, la strada è quella giusta. – Carletto addirittura si sbilancia – Siamo al secondo posto con la sconfitta del Psg”. Una provocazione, certo, ma che fa capire l’aplomb ed il modo di allenare di mister tre Champions. Insomma a Belgrado più luci che ombre, per un Napoli che ora si rigetta nel campionato, si va a Torino, sponda granata per un match tutt’altro che facile.