(di Gianluca Guarnieri) In una fredda notte di fine settembre, la Roma ritrova se stessa e torna alla vittoria dopo più di un mese, sconfiggendo il Frosinone per 4-0 all’Olimpico. Dopo il ritiro punitivo, Di Francesco ridisegna la propria squadra, mettendola in campo con il 4-2-3-1, con Pastore ad agire dietro a Patrick Schick preferito per questa volta ad Edin Dzeko. Partenza “flash” per i giallorossi che sbloccano il risultato dopo un minuto circa grazie ad Under, che dribbla un paio di avversari sulla tre quarti e scarica un gran sinistro che beffa Sportiello, per il vantaggio giallorosso. Il Frosinone abozza una reazione, ma a differenza di Bologna, la Roma non perde la concentrazione. Pastore è ispirato (come Under e El Shaarawy) e imbecca Schick che centra la traversa, ma al 28′ “El Flaco” dipinge il suo capolavoro, replicando la rete di tacco con l’Atalanta, sempre di tacco e sempre sotto la Nord, con una magia (assist di Santon da destra) che lascia di stucco Sportiello. Il portiere del Frosinone è costretto a capitolare ancora una volta al 35′ con traversone dalla destra di Under (imprendobile per la difesa ciociara) e comodo tap in di El Shaarawy che firma il 3-0. Un risultato che mette tranquillità ai giallorossi che non replicano l’harakiri messo in scena con il Chievo sempre in casa, controllando la gara nella ripresa. Di Francesco fa esordire in Serie A Zaniolo e Luca Pellegrini, ed è proprio il promettente giovane esterno difensivo che all’81’ propizia il definitivo 4-0 con una volata sulla fascia sinistra e il cross a beneficio di Alexander Kolarov che fa secco Sportiello per la quarta volta, con un violenta conclusione mancina. Un 4-0 corroborante, che riporta la vittoria e che può restituire la serenità giusta in vista del derby di sabato contro la lanciata Lazio di Simone Inzaghi. Una gara importante che può di fatto cambiare la stagione (in un senso o nell’altro…). Da ricordare, la 600esima presenza in maglia giallorossa per Daniele De Rossi, capitano bandiera, applauditissimo al momento della sua sostituzione. Standing ovation meritata per un calciatore legato come pochi alla sua società.