Francesco Morasso
Al Castellani finisce 1-1: prima l’autogol di Capezzi, poi la rete di Caputo su rigore. Terracciano miracoloso. I rossoneri pareggiano la terza partita di fila e salgono a quota 6 punti, l’Empoli si porta a 5.
Empoli-Milan ha chiuso la 6^ giornata di Serie A. Il Milan era chiamato a dare una svolta alla propria stagione provando a reagire dopo il pareggio beffa contro l’Atalanta, l’Empoli cercava la seconda vittoria in campionato dopo quella conquistata contro il Cagliari nel primo turno.
Al Castellani finisce 1-1 in virtù dell’autogol di Capezzi al 10′ e del rigore trasformato al 71′ da Caputo. Protagonista assoluto della partita è stato il portiere dei toscani Terracciano, autore di interventi miracolosi in serie. Terzo pareggio di fila per i rossoneri che salgono a quota 6, un punto in più degli Andreazzoli boys.
Al fischio finale, pensando al “Carneade” protagonista della serata, sorge una riflessione che è più, forse, una curiosità di colore che una nota tecnica: il Diavolo “soffre” e “paga” sulla propria pelle le gesta eroiche di tanti portieri che a loro modo hanno fatto la storia del calcio italiano quand’anche per un singolo episodio o per una intera carriera da top player: ricordiamo esordi super di, per esempio, un giovanissimo Buffon a Milano che para tutto e da il la’ alla sua strepitosa carriera; o quello non meno importante di un bravissimo Marchegiani in un altrettanto stregato Milan-Torino di diverse primavere fa; per non parlare del Dudekdella nefasta finale di Istambul; passando attraverso le incredibili prove dei mai dimenticati Peruzzi, Pagliuca, Toldo, Lorieri, che contro il Milan si galvanizzavano a tal punto da risultare quasi sempre i migliori in campo; fino all’ultimo Brignoli di Benevento che con il suo gol a tempo scaduto ha fatto il giro del mondo in un pomeriggio incredibile. Racconti di un rapporto sempre fuori dall’ordinario da parte della compagine rossonera contro avversari valorosi che, incontrando il Milan, diventano supereroi leggendari ed entrano letteralmente nella storia dello sport.
Il film della sfida si declina con chiarezza: il gol di Biglia spiana la strada per una partita che sembra agile da gestire, ma i rossoneri sbagliano molto in appoggio e nella scelta di qualche avventurosa soluzione, rischiando 2 volte nel primo tempo il pareggio con LaGumina e Caputo ai quali Donnarumma si oppone da campione. Poi invece è Terracciano a chiudere la saracinesca a ripetizione su Bonaventura, Kessiè e Suso. Spuntati senza Higuain e Cutrone, con Borini bravo nei movimenti ma limitato nel palleggio, schierato nel suo antichissimo ruolo di punta, i ragazzi di Gattuso cercano inserimenti a ripetizione specie nel finale della prima frazione. Suso e Calahnoglu, però, in questa fase sono estremamente intermittenti e la profondità ne risente non poco, affidata – appunto – a Bonaventura e Kessiè. Un paio di paurosi sbandamenti in difesa sul lato destro con Musacchio e Calabria, Laxalt propizia il gol e si dà da fare soffrendo un po’ nei ripiegamenti.
La ripresa non è da grande squadra. Il Milan non cerca mai con rabbia di chiuderla, lascia l’iniziativa a un avversario modesto, sbaglia troppe ripartenze, poi il pasticcio con un retropassaggioavventato di Biglia, Romagnoli che prende palla e zolla e poi provoca il rigore del pareggio. Solo adesso i rossoneri si svegliano, vanno all’assalto in assedio di un avversario chiaramente inferiore, ma alcune parate strepitose di Terracciano chiudono il discorso sull’1-1, lasciando una marea di rimpianti (perché anche questa partita, come contro Cagliari e Atalanta, doveva essere vinta), ma soprattutto di dubbi e perplessità su una squadra che non cresce nelle virtù, anzi abbassandosi sui suoi molti limiti tecnici e caratteriali. Una situazione preoccupante, al di là del fatto che i 3 punti a Empoli sarebbero stati strameritati. Sarà molto dura la prossima tappa, perché questo Milan oltre a esasperare i suoi difetti, esalta le qualità degli avversari. Raccogliendo le briciole al di là dei demeriti.