Inter, un tris dalle riserve per imboccare il giusto sentiero

Posted By on Nov 25, 2018 | 0 comments


La striscia di sette vittorie consecutive nerazzurre in Serie A era stata interrotta prima della sosta dalla lezione di calcio ricevuta a Bergamo dall’Atalanta. A quel punto l’Inter era di fronte a un bivio molto importante per il proseguo del suo campionato. La prima strada conduceva a un percorso incostante, una strada sterrata piena di buche nelle quali poter sprofondare. La seconda era invece una strada asfaltata, e questo di per sé la rendeva già la più appetibile delle due. Non era una strada immacolata: somigliava piuttosto a quella già percorsa dai nerazzurri, che in fin dei conti erano già inciampati in passato sulla radice sporgente chiamata Parma, scivolati sul brecciolino Sassuolo e infine colpiti dalla frana atalantina, salvo percorrere la rimanente gran parte del sentiero senza ulteriori intoppi. Davanti a un bivio del genere nessuno avrebbe scelto la prima via, ma per imboccare la seconda c’era bisogno di una prova di valore, ed è questo che è stato il match con il Frosinone: una dichiarazione a tinte nere e azzurre sulla volontà di non arrendersi alle avversità, ma di voler proporsi effettivamente come una reale alternativa alla Juventus e al Napoli.

Il 3-0 rifilato ai ciociari non è infatti di per sé un risultato particolarmente sorprendente – stiamo parlando di una squadra storica del nostro campionato e una neo-promossa alla seconda partecipazione in A – ma assume un grande significato perché decreta la grande forza di volontà degli uomini di Spalletti, capaci di rialzarsi prontamente dopo una batosta come quella dell’Atleti Azzurri d’Italia. E lo hanno fatto grazie a quelle che, anche se a difficoltà, possono esser definite le seconde linee: per Keita e Lautaro, autori dei tre gol decisivi, quella di ieri era infatti solamente la quarta gara da titolari di questa stagione di Serie A. E con loro c’erano D’Ambrosio, riserva di Vrsaljko, e Borja Valero, che pareva da pensionare qualche mese fa, ma anche i subentranti Candreva e Joao Mario o chi come Gagliardini pareva esser stato consegnato a San Siro all’interno di una grande truffa ai danni della società meneghina. Con tanti rincalzi in campo si rischiava di dare un messaggio sbagliato ai giocatori e di sottovalutare l’avversario, ma l’Inter lo ha già dimostrato in palcoscenici come Wembley o in casa contro il Barcellona: la sua forza sta proprio nella mentalità.

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