Vincenzo Boscaino
La buona notizia è che mancano solo cinque giornate a gennaio, cinque giornate per ritoccare un organico che sta deludendo rispetto al potenziale che ha. Fiorentina-Juventus è andata come doveva andare, troppa la differenza di valori in campo, incolmabile il gap con i bianconeri.
Lontano dalle scritte vergognose del pre-partita, dal rigore dubbio e dalle polemiche, la Juventus è stata superiore. Ha vinto, convinto e meritato. Non si può impensierire una squadra così forte creando così poco e sprecando quello che si crea. Simeone sbuccia un pallone sullo 0-1 che chissà avrebbe potuto riaprire tutto, oppure solo rendere meno amaro il passivo. La difesa bloccata dalla paura, si fa infilare come un coltello nel burro dalla penetrazione centrale di Bentacur. Si è sbagliato quello che non si doveva sbagliare, e questo lo paghi contro le grandi squadre. Figuriamoci con la Juventus.
Pioli in conferenza polemizza contro il rigore non dato, ma i novanta minuti ci impongono di analizzare in maniera più complessa la situazione. Non è stato un tiro da 11 metri a cambiare la partita, ma l’incapacità della Viola di giocare con entusiasmo e spregiudicatezza contro un avversario più preparato, tecnico e navigato. La speranza della Fiorentina era quella di alzare il ritmo, di prendere gli avversari in contropiede e asfissiarli con il pressing. Il risultato? Ad andare in affanno è stato il centrocampo della Viola che non ha retto i giri di Matuidi e compagni, incapace di chiudere le linee di passaggio per Dybala e nullo nel prendere in velocità gli avversari.
La situazione adesso in casa della Fiorentina si fa pesante. Sul banco degli imputati è salito anche l’allenatore, reo di non trovare una vittoria dal 30 di Settembre. Non era questa la partita da vincere, certo, ma neanche perdere in questo modo. I Della Valle adesso rifletteranno sul da farsi, nel mentre si prendono i cori della Fiesole che li invitano ad andarsene.
Questo 3 a 0 lascerà delle ferite profonde, profondissime. Una squadra giovane, forse troppo, che adesso deve convivere con la pressione di vincere. Non si può più aspettare e giustificare nessuno. Pioli, adesso, non può più sbagliare.