Nicola Ciacciarelli
Il primo titolo stagionale è della Juve. I bianconeri conquistano la Supercoppa (l’ottava) e centrano un obiettivo mancato nelle precedenti due annate. La decide Cristiano e non poteva essere altrimenti. Perchè quando la gara si mantiene sui binari dell’equilibrio solo il colpo, il guizzo del campione può indirizzarla dalla tua parte. E così è stato.
La Juventus di Gedda rimpiazza l’infortunato Mandzukic con Douglas Costa e ritrova Cancelo sulla fascia destra. Proprio il brasiliano ed il portoghese creano i maggiori pericoli verso la porta di Donnarumma, prima della rete di Ronaldo. I bianconeri infatti provano ad aggirare la diga centrale rossonera per vie esterne. Tanti i cross in area, tante le sovrapposizioni dei due terzini, eppure il gol arriverà solo per una invenzione firmata Pjanic e convertita in rete da CR7. Una delle poche occasioni in cui la difesa milanista non sale in tempo e lascia in gioco l’attaccante bianconero.
I 90 minuti della Signora, però, sono fatti anche da diversi momenti in cui la squadra trotterella e sembra scollegata tra i reparti. Ad ogni palla persa in fase di spinta corrisponde una ripartenza degli uomini di Gattuso. La traversa di Cutrone, in apertura di ripresa, grazia la Juve che da quel momento in poi rischia poco e niente.
La Supercoppa evidenzia gli enormi pregi degli uomini di Allegri e anche i piccoli difetti. In Italia gestire un 1-0 è quasi sinonimo di vittoria, mentre in Europa alcuni momenti di pausa potrebbero risultare letali. Lo sa bene Max. La sfida che si prospetta con l’Atletico sarà una battaglia di 180 minuti. Per questo è fondamentale il recupero di Mandzukic, il vero ”equilibratore” bianconero. Prima punta se c’è da sbloccare la partita, esterno di centrocampo se c’è da contenere. Con buona pace del comunque positivo Douglas Costa visto ieri.
Ma come detto il match del King Abdullah Sports City ha evidenziato, se ce ne fosse stato bisogno, la capacità di essere decisivo dell’alieno con il numero sette sulle spalle. Per Cristiano è il ventinovesimo trofeo, nazionale compresa. Una carriera ai limiti dell’irripetibilità che si impreziosisce della prima gioia in bianconero. La Supercoppa italiana arrivata grazie ad una sua gemma.