di Marco Bea
Per chi mastica calcio quello di non badare troppo al calendario è uno dei mantra più tradizionali, ma in alcuni periodi dell’anno risulta difficile sfuggire alla tentazione di dare uno sguardo a quello che ti attende, almeno nel breve periodo. In questo scorcio di gennaio la Lazio in particolare verrà messa di fronte ad una serie di incroci nobili, dalla quale emergeranno delle indicazioni importanti sullo stato di salute e di consapevolezza della squadra.
In poco più di dieci giorni i biancocelesti andranno infatti a misurarsi con le prime tre della classe, con il confronto ravvicinato in campionato con Napoli e Juventus, già sperimentato agli albori del girone d’andata, che sarà seguito dalla sfida con l’Inter, valida per in quarti di finale di Coppa Italia. Quello di domenica sera al San Paolo sarà dunque il primo appello di una vera e propria sessione d’esame, da superare gettandosi sugli impegni a testa bassa e con la dovuta concretezza, un po’ come capita proprio in questo periodo a tanti studenti universitari. In ballo c’è un attestato di maturità troppe volte sfuggito alla Lazio nel recente passato, sia per la scarsa propensione della società ad alzare effettivamente l’asticella che per i limiti caratteriali di un gruppo apparso spesso intimorito al cospetto delle avversarie di alto lignaggio. Soprattutto il Napoli si è rivelato negli ultimi anni un vero rebus per gli aquilotti, ai quali manca la vittoria in un testa a testa dal rocambolesco finale della stagione 2014/15. Negli ultimi scontri diretti la Lazio ha faticato a reggere l’intensità e le folate dei partenopei per tutti i 90 minuti, cedendo alla distanza, a volte anche in maniera oltremodo sanguinosa, dopo aver magari interpretato col piglio giusto le fasi iniziali della partita.
L’1-2 dell’Olimpico dello scorso agosto, con il vantaggio provvisorio di Immobile cancellato dalle reti di Insigne e Milik, rappresenta tuttavia una discreta base su cui cucire il canovaccio tattico di domenica. Il punto di partenza per Inzaghi sarà quello di subire il meno possibile la pressione offensiva del Napoli, grazie alla mediana robusta con Leiva, Parolo e Milinkovic, supportata dalla corsa di Lukaku e Lulic, spostato per l’occasione a destra, sulle fasce. Davanti Luis Alberto ed Immobile avranno invece il compito di capitalizzare al massimo le occasioni a disposizione, nella speranza che i rivali accusino un minimo le assenze di colonne come Koulibaly, Allan ed Insigne. La carta Correa per la ripresa potrebbe invece garantire quella brillantezza necessaria per non smorzarsi con l’andare delle lancette, viste anche le doti di fondo dell’11 di Ancelotti, capace come pochi altri di rimanere sul pezzo anche in “zona Cesarini”. A conti fatti qualche spiraglio per tornare a fare risultato contro una big ci sarebbe pure, a patto che venga lasciata a casa l’ansia da esame.