Juve, ipoteca scudetto nella serata più difficile

Posted By on Gen 28, 2019 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
Nella sua serata peggiore la Juventus forse timbra il suo ottavo titolo di seguito. A Roma la Lazio domina per 70 minuti, ma ha il demerito di non chiudere i conti, lasciando viva e vegeta la squadra di Allegri, che colpisce grazie ai cambi in corsa.
Il modulo fantasia di Inzaghi costringe la Juve ad una partita prettamente difensiva. Luis Alberto, Milinkovic, Correa ed Immobile si trovano a meraviglia e la Juve non riesce a trovare validi antidoti per controbattere e bloccare le iniziative biancocelesti.
Il problema è che i bianconeri non riescono a ripartire. Sbagliano in fase di impostazione passaggi elementari e quando si affacciano nella metà campo avversaria fanno fatica ad accompagnare l’azione con i centrocampisti. Tema tattico della serata è la pressione laziale alta su Emre Can, schierato da play basso. L’impostazione bianconera passa tutta dai suoi piedi, mentre Bentancur da mezzala si nota più in fase di ripiegamento. La presenza di Parolo, esterno adattato, sulla fascia consente ad Inzaghi di controllare senza troppi patemi i rari spunti di Douglas Costa. Mentre Dybala non replica la prestazione offerta con il Chievo per merito di un assatanato Leiva e di 90 minuti caratterizzati da troppi tocchi e poche verticalizzazioni.
I bianconeri hanno il merito di rimanere in piedi. Szczesny salva la baracca un paio di volte ed Immobile manca il colpo del k.o. subito dopo l’autorete di Can. Ed ecco che arriva la svolta della partita. Sui lati e grazie ai cambi. Non una novità per la Juve. Bernardeschi al 60′ e Cancelo al 70′ rilevano Matuidi e Douglas Costa. Il portoghese fornisce energie fresche e mette in evidenza le carenze laziali in fase di copertura. La Juve attacca con maggior convinzione e sfrutta tutta l’ampiezza del campo, passando dal 4-3-3 al 4-4-2, o se preferite 4-2-4, con i due neoentrati sulle ali. Negli ultimi venti minuti il tema tattico è chiaro e palese. Bernardeschi punta l’avversario per poi scaricare al centro o fuori l’area (come in occasione della rete del pari). La Lazio non regge più il confronto fisico ed è costretta ad ”allargare”i propri difensori che, se saltati, lasciano spazi troppo invitanti per non essere sfruttati a dovere. La Juve è cinica e spietata e la ribalta, trovando la diciannovesima vittoria in 21 giornate e mettendo, forse, un’ipoteca sull’ottavo scudetto consecutivo.

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