Giovanni Rosati
Due momenti complicati, due percorsi che si incontrano stasera a San Siro. L’Inter sta affrontando il caso-Icardi, la Samp i postumi dell’inaspettato ko casalingo contro il Frosinone. “La squadra va messa davanti a tutti – ha detto Spalletti in conferenza stampa – ma quando la tensione è così forte, per i ragazzi non è facile”. I nerazzurri hanno intanto risposto positivamente in Europa League, portati alla vittoria proprio da un calcio di rigore del sostituto di Maurito, Lautaro, che anche oggi sarà la punta di diamante meneghina. Le ripercussioni si sentono però anche in casa doriana, e così anche Giampaolo ha parlato del momento dei suoi: “La sconfitta col Frosinone ci ha fatto male. La squadra l’ho vista molto male nei primi giorni della settimana, poi via via meglio e l’ho riconosciuta solo ieri (venerdì, ndr)”. Per gli uni non è un momento facile, per gli altri è stata una settimana di allenamenti sbagliati.
E oltre a questo, l’Inter dovrà tenere bene a mente anche il valore dei tre punti in ottica terzo posto. Da che sembrava non potesse più esser rimesso in discussione, ora la distanza dal Milan che ha espugnato ieri l’Atleti Azzurri d’Italia è solamente di un punto, e una sconfitta con la Samp non solo riaprirebbe quel capitolo, ma impantanerebbe i nerazzurri anche nella lotta a quello successivo assieme alle due romane e alla stessa Atalanta. Oltretutto Spalletti non può neanche contare su un periodo di particolare brillantezza del suo undici: nelle ultime otto giornate di campionato sono arrivate tre vittorie, tre sconfitte e due pareggi, e soprattutto sono stati segnati solamente quattro gol. Uno ogni due gare, media da zona retrocessione.
Eppure quel che ci aspettiamo non sono due squadre agonizzanti, ma ferite e per questo desiderose di riscatto. Ci aspettiamo che Lautaro continui a sfruttare nel miglior modo possibile lo spazio fornitogli dall’assenza di Icardi, che dopo Calhanoglu possano finalmente tornare ai loro livelli anche Perisic e Nainggolan, che Politano voglia spaccare il mondo dopo due giornate di squalifica, che Handanovic continui a mettere una pezza ogni volta che c’è un pericolo, e che stavolta lo faccia con la fascia stretta al braccio. Perché una cosa è avere una società forte, un’altra è raggiungere i propri obiettivi sul campo. O quantomeno, la consequenzialità non è obbligatoriamente diretta.