Giovanni Rosati
È stata una settimana difficile per l’Inter, non c’è alcun dubbio al riguardo. Mercoledì con un tweet la società ha tolto la fascia a Icardi, giovedì l’argentino non è partito con il resto della squadra per la trasferta di Europa League, così si è iniziato a parlare di una frattura insanabile. Anche perché se da una parte si è giustificata la sua assenza con dei problemi fisici, dall’altra in conferenza stampa Spalletti ha detto di aver convocato il suo ex-capitano, che non aveva però voluto rispondere alla chiamata dopo quanto successo. Eppure a Vienna i nerazzurri hanno vinto con un gol del suo sostituto tecnico, e contro la Sampdoria è arrivata un’altra vittoria, la seconda in due gare senza Maurito, seduto sugli spalti di San Siro assieme alla moglie-agente Wanda Nara con fare dimesso. Un’immagine piuttosto emblematica del delicato momento fuori dal campo mentre sul terreno di gioco del Meazza l’undici nerazzurro portava a casa altri tre punti – guadagnandone due sul Napoli fermato in casa dal Toro e tenendo a distanza i cugini rossoneri – e ritrovava ad alti livelli alcuni dei suoi migliori interpreti.
Quella coi blucerchiati è stata infatti la gara di chi a Milano non solo stava deludendo da inizio stagione, ma in realtà neanche era particolarmente entusiasta di esserci. Perisic aveva chiesto alla società d’esser ceduto in Premier durante la finestra invernale di calciomercato senza esser accontentato, Nainggolan sarebbe rimasto volentieri nella capitale se non fosse stato allontanato per i suoi modi di fare un po’ troppo sopra le righe per la Roma a stelle e strisce. E invece è stata proprio questa bizzarra accoppiata croato-belga a trascinare un’Inter priva del suo centravanti titolare al trionfo. Perisic ha dribblato in velocità come non ci fosse un domani – chiedete a Bereszynski –, ha quasi esultato per una papera di Audero (che poi ha compiuto su di lui però anche una bellissima parata) e ha infine sfornato l’assist vincente per il vantaggio di D’Ambrosio. Il Ninja ha assunto un ruolo fondamentale nella manovra offensiva e aggiunto il solito enorme apporto di dinamismo e fisicità, per poi sfiorare il palo lontano con un tiro a giro dalla distanza col piede debole che avrebbe fatto esplodere San Siro salvo poi innescare ugualmente l’ordigno tre minuti dopo aver subito il pareggio di Gabbiadini decidendo l’incontro. E se per tutti i calciatori che prendono in considerazione un futuro lontano dal nerazzurro la reazione sul terreno di gioco fosse la stessa, i tifosi meneghini dovrebbero proprio sperare in una permanenza a lungo termine del tanto discusso Icardi. E dalle dichiarazioni riconcilianti tra pre- e post- partita, pare che Marotta sia dello stesso parere: non sia mai che fosse un refrain.