di Marco Bea
Il cammino europeo della Lazio si ferma con una sconfitta per 2-0 tra le mura del Ramòn Sanchez Pizjuan, al cospetto di un Siviglia chirurgico nello sfruttare le occasioni favorevoli. Nell’arco dei 180’ gli andalusi hanno fatto valere il loro pedigree, dimostrandosi una squadra più tecnica, più reattiva e più adatta a simili palcoscenici di quella biancoceleste, uscita non a caso dalla sua avventura continentale con 5 scivoloni su 8 partite disputate. Nonostante tutto l’analisi di questo doppio confronto è accompagnata da una netta sensazione di rimpianto da parte dei capitolini, puniti severamente da un’avversaria che, specie nel match di ritorno, non è sembrata di certo invulnerabile.
C’è da recriminare innanzitutto per la sanguinosa scia di infortuni, magari non attribuibili in toto alla sfortuna, che ha flagellato il gruppo in questa fase decisiva della stagione. Inzaghi è stato infatti costretto a giocarsi il crocevia europeo con elementi recuperati per i capelli, nello specifico Milinkovic-Savic, con alcuni in debito d’ossigeno, vedasi un Badelj costretto agli straordinari per l’assenza di Lucas Leiva, o con altri palesemente inadeguati a questi contesti, come il “lunatico” Patric, tutti coinvolti per ironia della sorte e con diverse responsabilità nella rete del vantaggio dei padroni di casa, siglata da Ben Yedder. C’è da recriminare poi per la clamorosa serie di palle gol sciupate tra il 50’ ed il 70’ della ripresa, quando in primis Immobile ed Acerbi hanno graziato un Siviglia finito con le spalle al muro anche per il doppio giallo a Vazquez. C’è da recriminare infine per l’arbitraggio censurabile del signor Anthony Taylor. Il fischietto inglese non ha soltanto negato ai biancocelesti un rigore solare quando si viaggiava ancora sullo 0-0, per un fallo di Mercado su un Lulic a tu per tu col portiere, ma ha anche anestetizzato il miglior momento degli uomini di Inzaghi, sventolando un rosso diretto a Marusic, per un’impercettibile ostruzione col gomito ai danni del solito Ben Yedder, che sa tanto di compensazione.
I margini per scrivere una storia diversa c’erano tutti quindi, ma per fortuna non ci sarà troppo tempo per soffermarsi su come sarebbe potuto andare in questo sedicesimo contro il Siviglia. La Lazio dovrà infatti ricomporsi in fretta in vista della semifinale di andata di Coppa Italia col Milan, prevista tra meno di una settimana, alla quale farà seguito il derby di sabato 2 marzo. Senza Europa League e con un 4° posto in campionato che tende ad allontanarsi bisognerà infatti aggrapparsi agli ultimi obiettivi rimasti in questa stagione, vincolata ormai in buona parte proprio dalle prossime due partite.