di Marco Bea
Meglio vedere il bicchiere mezzo pieno in questo primo round della semifinale di Coppa Italia tra Lazio e Milan, finito a reti bianche ed avaro di emozioni. Entrambe le squadre sono infatti uscite dal match dell’Olimpico con l’obiettivo minimo acquisito, nonostante abbiano destato più di una perplessità per quanto fatto intravedere nei 90 minuti. Se i rossoneri tirano un sospiro di sollievo per aver superato senza danni una serata tutt’altro che indimenticabile, i biancocelesti possono invece sentirsi in parte appagati per la porta inviolata e per aver aperto lo spiraglio del pareggio con gol in vista del ritorno.
In casa Lazio tuttavia le note positive emergono soltanto in un discorso di prospettiva, poiché il risultato di ieri, stringendo il campo alla singola partita, nasconde un significativo campanello d’allarme. Lo 0-0 infatti va stretto agli uomini di Inzaghi, incapaci di approfittare di un Milan rinunciatario e, a tratti, neanche troppo solido in fase difensiva. La verità è che in questa stagione la squadra fatica oltremodo a concretizzare anche quando produce una mole di gioco considerevole, come certificato nel caso specifico dai 16 tiri e dai 22 cross effettuati nell’arco dei 90 minuti, contro le appena 7 conclusioni ed i 6 palloni giocati in area dalla compagine di Gattuso. A mancare sono soprattutto lucidità e qualità negli ultimi 20 metri, a causa anche dell’appannamento, cronico o contingente, degli interpreti di riferimento del reparto avanzato. Anche in questa semifinale di andata ha pesato in particolare la scarsa verve di Milinkovic, incide sempre meno sia di fisico che di tecnica, alla quale si è aggiunta la serata storta di Immobile, troppo confusionario e sprecone a metà del primo tempo su una respinta corta della difesa rossonera. L’atteggiamento remissivo del Milan ha invece esaltato la retroguardia laziale, a partire da un Acerbi dominante nei confronti di Piatek e da un Bastos molto più ordinato e sicuro rispetto ai suoi standard.
In chiave match di ritorno ci sarà comunque tutto il tempo per Inzaghi di aggiustare il deficit realizzativo della squadra e di rimescolare le carte anche a livello di scelte di formazione. Per via di un calendario affollato quanto cervellotico bisognerà infatti attendere aprile inoltrato per la sfida di San Siro, in cui vedremo senza dubbio una versione diversa del Milan sciatto e letargico di ieri. La speranza sarà quindi quella di ritrovare il feeling con il gol e di non dover rimpiangere troppo il fatto di non aver affondato il colpo quando ce n’era l’occasione.