(di Gianluca Guarnieri) Una delle partite più belle in uno confronti più sentiti. Anno 1983 e la Roma di Nils Liedholm vola verso il suo secondo scudetto. Il periodo della squadra giallorossa è positivo al massimo e ne fa spese il Napoli di Bruno Pesaola impegnato in una stressante lotta per non retrocedere. Il 20 febbraio le due squadre si affrontano in un pomeriggio assolato domenicale: la Roma viene schierata in campo con Tancredi, Nela, Vierchowod, Ancelotti, Falcao, Maldera, Conti, Prohaska, Pruzzo, Di Bartolomei, Iorio, mentre i partenopei rispondono con Castellini, Marino, Citterio, Ferrario, Krol, Celestini, Vagheggi, Vinazzani, Criscimanni, Diaz, Pellegrini. Nonostante la differenza di classifica gli azzurri partono benissimo e vanno in vantaggio al 13′ minuto grazie ad un contropiede vertiginoso di Ramon Diaz che batte in uscita Franco Tancredi, portando giubilo ai migliaia di tifosi napoletani presenti all’Olimpico. Una sberla pesante e gli uomini del “Petisso” sfiorano persino il raddoppio, sempre con lo scatenato argentino, fermato da una disperata uscita del portiere romanista. Ma quella Roma però era di un altro livello e i partenopei se ne accorgono presto. Al 31′ infatti Herbert Prohaska pesca Sebino Nela che con un perentorio colpo di testa batte Castellini, trovando il pari. E’ la scossa che riaccende la luce. 12 minuti dopo Carlo Ancelotti scarica un terrificante destro in diagonale che va ad insaccarsi sotto la traversa per il vantaggio romanista. E’ il vero e proprio turning point della gara. Nella ripresa c’è solo una squadra in campo e porta la maglia giallorossa. Al 48′ Capitan Agostino Di Bartolomei scarica il suo destro potentissimo e brucia Castellini da 30 metri, impotente di fronte ad una vera e propria folgore. Il capitano con il numero 10 si ripete poi 14 minuti più tardi con una punizione bomba che fa capitolare il malcapitato portiere azzurro, ancora una volta inerme di fronte alla cannonata del campione di Tormarancio, grande protagonista ancora una volta. Non finiva qui perché arrivava al 71′ anche l’acuto di Roberto “bomber” Pruzzo che da corta distanza beffava ancora una volta Castellini, sempre più disperato. A nulla o poco più giungeva la rete di Marino con un tiro da lontano al 76′ per il definitivo 5-2. Per il Napoli era la disfatta, mentre per la Roma il trionfo. Il tricolore si avvicinava e sarebbe giunto qualche mese dopo, l’8 di maggio per la precisione. Il 20 febbraio 1983, Roma batte Napoli 5-2!