Giovanni Rosati
I problemi con il Fair Play Finanziario, poi quelli con le indiscipline di Kessié e soprattutto Bakayoko, per concludere con il mancato accesso alla prossima Champions League. La stagione 2018/19 del Milan non è certamente stata delle più semplici e le dimissioni di Gattuso a conclusione di essa ne sono la dimostrazione. Per ripartire, ora i rossoneri hanno scelto Marco Giampaolo, reduce da tre buone stagioni alla Sampdoria.
Buone, difficile dire di meglio. Sebbene i blucerchiati abbiano infatti mostrato un buon calcio e lottato spesso e volentieri per un posto in Europa, alla fine dei conti le discontinuità e una tenuta mentale che a metà strada si interrompeva hanno sempre costretto i liguri alla media classifica, non permettendogli mai di attestare con un piazzamento di prestigio quanto di buono espresso per lunghi tratti del campionato. Ora, dopo esser stato vicinissimo alla Juventus nel 2009, Giampaolo potrà finalmente guidare una grande e applicare a essa i suoi tanto elogiati principi di gioco.
Al 10 maggio 2015, nell’ultima giornata del campionato di Serie C, risale l’ultima formazione guidata da Giampaolo scesa in campo con un modulo differente dal 4-3-1-2. Guidava la Cremonese al tempo. Da allora sono passati quattro anni e due altre società, Empoli e Sampdoria, e mai una volta il tecnico di abruzzese si è più discostato dal suo sistema di gioco preferito. Grande densità nella parte centrale del campo per facilitare il palleggio e creazione di triangoli tra i giocatori, i terzini a dare ampiezza a tutto campo aiutati dai movimenti ad allargarsi delle punte, un mediano ad agire da fulcro e un trequartista a ispirare e attaccare la profondità.
Come si adatta alla rosa attuale
Difesa – I difensori di Giampaolo devono allo stesso tempo avere buone qualità di palleggio ed essere a proprio agio nel lasciare ampi spazi alle proprie spalle. Sul primo punto Romagnoli non dovrebbe aver problemi – come anche Donnarumma, molto migliorato con i piedi – mentre sul secondo ci sarà un po’ da lavorare. In ogni caso, il capitano rossonero resterà un giocatore chiave nell’undici milanista. Al suo fianco, attualmente Giampaolo può scegliere tra Musacchio e Caldara, due buone opzioni che non escludono però un intervento sul mercato.
Sulle corsie laterali dovrebbero dovrebbe esser confermato l’assetto della scorsa stagione, con Rodriguez a sinistra e Calabria-Conti sull’out opposto, dove non ci sarà invece più Abate.
Centrocampo – Con il ritorno a Londra di Bakayoko, l’unico mediano rimasto nella rosa rossonera è Biglia. L’ex Lazio potrebbe essere un profilo interessante per occupare un ruolo chiave nel sistema di Giampaolo, soprattutto grazie alle sue capacità in impostazione e nella lettura del gioco, ma a 33 anni l’argentino potrebbe non avere più il giusto dinamismo.
Da capire la situazione di Kessié, che lo scorso anno ha avuto qualche problema disciplinare e non è sicuro al 100% di rimanere. Altre opzioni come mezzala sono Paquetà e Calhanoglu, i quali possono però anche rivestire il ruolo di trequartista dietro alle due punte. Una posizione nella quale potrebbe però anche esser provato lo spagnolo Suso.
Attacco – Le abilità in fase di realizzazione dimostrate nello scorso campionato devono inevitabilmente valere il posto da titolare a Piatek, nonostante il polacco non sia esattamente il profilo ideale per Giampaolo. Le due punte del tecnico abruzzese devono infatti compiere una varietà di movimenti e aiutare tra le altre cose a dare ampiezza all’offensiva della propria squadra, strategia che non sembrerebbe esattamente nelle corde dell’ex Genoa.
Ci sono però due possibilità: la prima è che, con l’allenamento, Piatek modifichi parzialmente il proprio modo di giocare per andare incontro alle esigenze del suo allenatore, la seconda che accada il contrario, ovvero che Giampaolo adatti il proprio credo alle caratteristiche di un centravanti puro. Una chance tutt’altro che impossibile viste le caratteristiche di giocatori come Suso, Calhanoglu e Paquetà, capaci di giocare il posizioni centrali di campo ma anche in zone laterali, magari trasformando in corso d’opera lo schieramento del Milan fino a creare una sorta di tridente in fase di finalizzazione. Difficile ma non impossibile puntare sulla coppia Piatek-Cutrone sin da subito.
Chi può essere integrato
Difficilmente il Milan vorrà modificare il proprio pacchetto di portieri e con tutta probabilità sarà in caso una volontà altrui. Donnarumma è tra i migliori profili mondiali e da anni è corteggiato da club come il PSG, mentre Reina è stato indicato come possibile secondo di Szczesny nella nuova Juventus di Sarri, suo allenatore al Napoli. L’unico motivo per trattare un arrivo sarebbe la cessione di uno dei due che però, come detto, i rossoneri vorranno probabilmente scongiurare.
Un centrale di difesa potrebbe arrivare per affiancarsi a Romagnoli e alcuni profili sondati ultimamente sono quelli di Andersen, Lovren, Mancini e Kabak, mentre bisognerà trovare un terzino sinistro che possa alternarsi a Rodriguez, visto che Laxalt sembrerebbe destinato a salutare. In questo senso si è parlato di Reguilon e Theo Hernandez del Real Madrid, ma anche di Murru e Mario Rui.
Tra i vari fedelissimi di Giampaolo, c’è sicuramente interesse per Praet per il ruolo di mezzala. Barella e Sensi sembrerebbero destinati ai cugini dell’Inter, Pellegrini a rimanere a Roma. Ceballos e Veretout sono profili monitorati dalla dirigenza, come anche Diawara del Napoli. Il sogno in mediana resta però Torreira, lanciato da Giampaolo alla Samp ma ormai valutato troppo viste le ottime prestazioni anche in Premier con l’Arsenal.
Chiuso invece l’arrivo di Krunic dall’Empoli: otto milioni più bonus ai toscani e contratto quadriennale al bosniaco che, come Calhanoglu e Paquetà, può rivestire sia il ruolo di mezzala che quello di trequartista. Un altro nome interessante per assistere i due attaccanti è quello di Gaston Pereiro del PSV, mentre da seconda punta c’è la suggestione Schick, esploso proprio con Giampaolo alla Sampdoria. I nomi al vaglio per questo ruolo sono però tanti e tra essi c’è anche quello di Kouamé, già partner di Piatek nei sei mesi del polacco al Genoa. Da non dimenticare poi l’opzione André Silva: tornerà dal prestito al Siviglia e non è detto che non possa restare.