La linea giovani non funziona (quasi) mai

Posted By on Ago 6, 2019 | 0 comments


Vincenzo Boscaino

L’addio di Cutrone ha marcato la fine di un’era non indimenticabile per i tifosi rossoneri. Non per Cutrone, certamente. Giocatore rognoso e cattivo agonisticamente, bomber d’aria di rigore. Tutti, almeno una volta, guardandolo abbiamo pensato immediatamente ad Inzaghi. Un’associazione veloce, una scintilla, ma abbastanza per farci sognare. No, Cutrone è un signor giocatore. La sua cessione, però, ha posto fine a quella “linea giovane” che più volte si è citata negli ambienti rossoneri e non solo.

Digitando semplicemente le due parole “giovani” e “Milan” appariranno su Google migliaia di pagine e dichiarazioni in questi anni fatte dai dirigenti e poi smentite dalle loro azioni. Nel 2009 Berlusconi parlò per la prima volta della necessità di stringere la cinta e crescere i giovani in casa, salvo ricredersi nel 2011 con l’anno dello scudetto dei Cassano, Ibra e Van Bommel. Nel 2013 Barbara Berlusconi parlò della straordinaria qualifica in Champions League e della bravura di allegri nel crescere i giovani. Risultati? Balotelli ed El Shaarawy, artefici della rimonta, via in due stagioni. E si potrebbe andare avanti nel tempo, fino ad arrivare all’ultima versione dei rossoneri con Locatelli, Cutrone, Calabria e Donnarumma. Due sono andati via, Calabria non ha mai davvero convinto e Donnarumma è “ostaggio” di un procuratore che potrebbe portarlo via al migliore offerente.

Si, forse l’abbiamo finalmente capito. La “linea giovani” non esiste, o almeno non porta a vincere i trofei che contano. È la frase da usare quando non si spende sul mercato, quando ci si aggrappa al talento di giovani ancora acerbi per nascondere problemi insuperabili. Il rischio è di bruciare tempo e talento, ed è quello che è successo.

Però, risulta ingeneroso parlare citando solo il Milan. Negli ultimi anni squadre che hanno intrapreso questa politica sono decine. Forse costrette dalla crisi, forse per alleggerire la pressione dei tifosi. L’ultimo caso lampante è quello della Fiorentina, squadra costruita attorno a Chiesa, Simeone e altre promesse. A lungo abbiamo parlato della squadra di Pioli come la più promettente e giovane d’Europa, ma la realtà è che si è sudata addirittura la salvezza all’ultima giornata.

Mario Sconcerti ci disse:” Nel calcio conta solo il presente e nient’altro”. Con Cutrone abbiamo gettato definitivamente via il velo dell’illusione, quello che faceva sognare i tifosi di poter replicare le gesta del Barcellona di Guardiola. Da quella meravigliosa squadra Catalana, solo l’Ajax dell’anno scorso è andato veramente vicino a vincere qualcosa con giocatori cresciuti nelle giovanili, eppure, alla fine ha perso contro un Tottenham più esperto ed attrezzato.

La linea giovane non esiste e non porta a vincere (quasi) mai. Barcellona permettendo. Ma quella Catalana sembra essere più l’eccezione che la regola

Submit a Comment