(di Gianluca Guarnieri) Raramente i pronostici furono tutti da una parte come in quell’occasione, ovvero nel derby del 27 novembre 1994. Sembrava un derby scontato, nettamente sbilanciato a favore di una Lazio oggettivamente fortissima, ricca di campioni quali Marchegiani, Boksic, Signori,Winter, Di Matteo, Nesta guidati in panchina da Zdenek Zeman, profeta di un calcio piacevole ed offensivo. Ed invece non andò così. La Roma era quella di Carlo Mazzone, una Roma verace e combattiva, con in campo la leadership di Giuseppe Giannini, inventato playmaker dal tecnico trasteverino, con la coppia d’attacco Balbo-Fonseca, con la sicurezza di Aldair e di Cervone e le propulsioni di Amedeo Carboni. Tutto diceva Lazio ma non fu così, e a ridere fu solo la squadra giallorossa. La sorpresa iniziò nei primi minuti: al 3’minuto, lancio lungo di Giannini per Fonseca, aggancio dell’uruguayano, che crossa a rientrare di sinistro sotto la porta di curva Sud. Sul pallone si avventò Abel Balbo che di testa mandò la palla in rete, anticipando Bergodi e Chamot, nonostante il tuffo disperato di Marchegiani. Il boato fu indescrivibile , con l’attaccante argentino che si lanciò sotto la curva Sud in totale delirio di gioia. 1-0!
Lo shock mando in tilt la Lazio, con Boksic che perse la testa, venendo quasi alle mani con Cervone, costringendo Zeman alla sostituzione. La Roma prese vigore dal goal e con Fonseca e Balbo sfiorò ancora la segnatura, con la porta biancoceleste salvata dai disperati interventi di Marchegiani, costretto sempre ad uscite disperate. Il 2-0 era nell’aria e si materializzò al 24′; sotto la fascia destra dei giallorossi, Moriero riuscì in uno slalom degno di Alberto Tomba a liberarsi dei difensori laziali, chiedendo triangolo a Max Cappioli. L’esterno leccese riprese palla e la mise al centro sempre al centrocampista di Osta, che con un perfetto tap-in di piatto gonfiò la rete della curva Sud per il tripudio degli Ultrà giallorossi, appollaiati a guardia del presidio romanista. Era il 2-0. Per la Lazio era un incubo vero e proprio. Giannini surclassava Winter e Di Matteo, Aldair, Petruzzi e Lanna chiudevano la strada a Signori e Casiraghi, e in avanti i due attaccanti sudamericani erano un pericolo costante per la difesa biancoceleste. Mazzone aveva indovinato tutto, sia tatticamente che psicologicamente. La ripresa confermò quanto visto nel primo tempo. E al 51′ il colpo del ko: dopo una manovra sviluppatasi centralmente, la palla arrivò a Giannini, che dalla parte sinistra dell’area laziale, servì con un assist al bacio, Daniel Fonseca che mise in rete di testa indisturbato il 3-0! Era l’apoteosi. La Roma aveva fatto di nuovo suo il derby, piegando una squadra fortissima, con una prova da incorniciare. Addirittura Balbo centrò la traversa, a Marchegiani battuto, andando vicino al 4-0. era la giornata della Roma, giornata che terminò con il fischio finale dell’arbitro Robert Anthony Boggi e una corsa forsennata sotto la Sud di tutta la squadra e del suo allenatore. Un allenatore che non aveva sbagliato mosse e aveva dato “scacco matto” al suo collega boemo. E la festa maggiore fu del Capitano Giuseppe Giannini, che aveva orchestrato il tutto da grande campione. Nel derby precedente fu criticato per il famoso rigore sbagliato, ma stavolta il numero 10 era stato impeccabile, e meritò in pieno la passerella sotto la propria curva con il gesto del “3”, per sottolineare il proprio trionfo. Un trionfo di tutto il club di Piazzale Dino Viola. Il 27 novembre 1994, Roma batte Lazio 3-0!