di Giuseppe Porro
È cambiato molto dal 17 giugno scorso, sono passati circa cinque mesi dalla conferenza stampa evento dell’anno, indetta da Francesco Totti
ed il suo mentore Paolo Condò per dare l’addio alla Roma. Un addio amaro; polemico e con conseguenze inevitabili sulla città che vedeva abdicare il suo re. Lui l’imperatore; lui il Capitano; 619 gare in giallorosso e 307 reti segnate; una vita data alla Roma, come suo “fratello” Daniele De Rossi (con caratteri e caratteristiche diverse), e come tutti i tifosi che amano la Roma alla follia. Ma a distanza di tempo, la piazza è stata disinnescata, anche grazie alla cultura del lavoro e della semplicità portate dal mister portoghese Paulo Fonseca, rigenerando un gruppo che sembrava ormai allo sbando, orfano dei suoi figli e dilaniato da un finale di stagione da spy-story. Ma sotto il fuoco spento, la brace è sempre calda, quindi basta poco per riaccendere la fiamma, e Roma in questo è maestra, Nerone docet.
Chiacchieroma
Facciamo un passo indietro, la settimana scorsa, prima di un ciclo di partite difficili che partivano da Roma – Brescia (fortunatamente vinta); c’è stata poca attenzione alla gara, e molta attenzione ad altro, che per l’appunto con il campo non c’entrava nulla. Tra le voci che si rincorrevano sull’entrata in società del tycoon americano Dan Friedkin, prima come socio in appoggio a James Pallotta, poi come azionista di maggioranza rilevando la Roma tutta (a proposito si sta trattando). Con puntualità, e precisione chirurgica Francesco Totti è tornato a parlare in una radio che fino a qualche tempo fa lo avrebbe fatto a pezzi. Il Capitano a parlato del suo rapporto con Marcello Lippi, ed inevitabilmente il discorso è scivolato sulla Roma, e l’astio è uscito fuori, come chi ha un risentimento forte per chi proprio secondo il Capitano ha “deromanizzato” la Roma sparando ancora nel mucchio come successe proprio qualche mese fa, ma con tempistiche diverse, è vero fa male per un Re abdicare in quel modo, ma Roma e la Roma hanno resistito agli addi di altri capitani indiscussi come ad esempio: Di Bartolomei; Giannini e lo stesso De Rossi che ha fatto scelte di vita diverse senza polemizzare più di tanto, e mettendoci sempre la faccia in prima persona senza mentori o suggeritori.
Lavoro; lavoro e lavoro
Adesso, prima della sosta natalizia ci sono una seria di partite importanti con diverse trasferte difficili, e la Roma non ha bisogno di futili polemiche ora, per arrivare per l’appunto alla sosta con il passaggio del turno in tasca in Europa League, e restando sul treno della Champions League in Campionato. Per fare questo la Roma, che è già stata subissata da infortuni, e qualche torto arbitrale, deve assolutamente restare fuori da vicende societarie o extra calcistiche, che non giovano al gruppo e all’ambiente tutto. Perché anche se fa male vedere i Totti; i De Rossi (ma ci sono ancora i Florenzi; i Pellegrini) fuori dalla Roma, la Roma resta, e resterà per sempre.