Storia di un disastro annunciato

Posted By on Dic 27, 2019 | 0 comments


Vincenzo Boscaino

L’avventura di Vincenzo Montella è ormai terminata. Restano le macerie, il rammarico ed i mille dubbi di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Nel momento della disfatta bisogna guardarsi dentro, trovare le forze per analizzare ciò che non è andato bene, le cause di un fallimento così clamoroso.

Doveva essere l’anno della nuova proprietà, l’anno in cui i giovani maturavano all’ombra di giocatori di esperienza, l’anno dell’esplosione di Chiesa. Tutto questo non è stato. È stato cacciato l’allenatore come capro espiatorio, come spesso succede, ma forze le ragioni di tale disfatta sono molto più profonde: mercato insufficiente, giocatori non adatti al gioco dell’allenatore ed una proprietà che ha fatto più proclami che azioni.

Che il mercato non fosse stato con i fuochi d’artificio era sotto gli occhi di tutti. Montella stesso con uno sfogo su Instagram ha evidenziato come non fossero state assecondate le sue richieste. La sensazione è che il clamore mediatico è stato focalizzato tutto su Commisso e il suo accento Italo-americano e poco sulle azioni che ha fatto.

Pedro è un oggetto misterioso, Boateng non ha convinto, Dalbert è stato prelevato direttamente dalla panchina nerazzurra, Badelj non ha reso secondo le aspettative e Ribery ha brillato ma tra un infortunio e l’altro. Castrovilli a parte, nessun nuovo acquisto ha cambiato il volto della squadra.

Montella è stato inoltre spesso anche accusato della gestione di Chiesa. Il giovane calciatore, faro della Viola, non ha fatto il definitivo salto di qualità. Esterno nel 4-3-3, a tutta fascia sul 3-5-2, il giovane Federico ha cambiato spesso posizione ma il rendimento è stato in linea con l’anno scorso. Chiesa dovrebbe fidarsi più dei compagni e giocare con la testa alta invece che perpetrare in azioni individuali.

Montella avrà sicuramente delle colpe, su tutte l’incapacità di adattarsi ad una rosa che era diversa da quella che aveva chiesto. Un gioco monodimensionale che punta al fraseggio palla anche quando di piedi buoni non ne hai in abbondanza. Montella è stato messo a nudo nella sua debolezza che rappresenta anche la sua forza: seguire il bel gioco sempre e comunque.

Adesso l’allenatore paga per tutti e forse è giusto così. Un’altra stagione, però, è stata buttata via ed una rivoluzione è in vista per il prossimo giugno. Ormai è troppo tempo in cui si naviga a vista. Ora servono più azioni e meno parole.

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