(di Gianluca Guarnieri) Post fata resurgo. Nella partita più sentita e probabilmente più difficile, la Roma risorge e mette in grande difficoltà la temibile Lazio di Inzaghi, facendole terminare la lunga striscia di vittorie, in un 1-1 tutto ad appannaggio dei giallorossi di Fonseca, capaci di creare varie palle goal, con un rigore concesso e poi ritirato da Calvarese, e un possesso palla nettamente superiore, a quota 68%. Fonseca, rispetto all’andata trova la quadratura del cerchio, mettendo in campo i due esterni difensivi Santon e Spinazzola, preferiti a Florenzi e Kolarov, creando due “catene” efficaci grazie all’apporto di Under e Kluivert, con il turco imprendibile ed imprevedibile. Molta Roma e poca Lazio, visto l’atteggiamento prudente dei biancocelesti, troppo arretrati a proteggere la difesa e legati al lancio in profondità per Immobile e Correa (poi Caicedo) ben controllati da Mancini e da uno Smalling in forma sfavillante, punto fermo per il futuro, nell’agenda di Petrachi. Se all’andata il pari stava veramente stretto alla Lazio, stavolta è stato il contrario, con la Roma sempre protesa in avanti, mancando il colpo del Ko solo per la cronica incapacità sotto porta e la bella parata di Strakosha di faccia sulla puntata di Edin Dzeko nel secondo tempo, senza dimenticare il palo di Lorenzo Pellegrini, con secco destro scoccato da fuori area dal talento di Cinecittà. E’ stata la Roma del coraggio, quella fortemente voluta da Fonseca, fin dai suoi primi giorni capitolini. Forse è la svolta della stagione, dove c’è ancora molto da fare e da giocare. Il coraggio voluto dai tifosi, spettacolari come sempre, con una scenografia da brividi, e la Lupa capitolina a garrire nella Sud oro e porpora. Il coraggio di essere sempre dalla stessa parte. Post fata resurgo.
