Pasquale Pollio
Il Napoli espugna la “Sardegna Arena” battendo un Cagliari “inguardabile” certificando una crisi dai numeri impietosi con i rossoblù che non conquistano la vittoria da più di due mesi, e che nei dieci incontri disputati successivamente hanno collezionato solo tre punti mostrando una pericolosa involuzione tecnico tattica, ma in questi casi le colpe sono da dividere tra tutte le componenti, in quanto più volte avevamo fatto notare che la rosa, se si escludeva il centrocampo, era corta e bisognava operare in fase di mercato per puntellare il reparto difensivo e l’attacco, ma la Società non è assolutamente intervenuta a Gennaio sulla difesa mentre per l’attacco sono arrivati Gaston Pereiro e Paloschi, con il primo che naturalmente avrebbe avuto bisogno di un naturale periodo di ambientamento, inoltre il tecnico Maran ci sta mettendo del suo per peggiorare una situazione già di per se complicata.
Ma dopo la sconfitta di Genova ci si aspettava una reazione dai rossoblù che però ieri non è arrivata, ed alcune scelte del tecnico sono sembrate incomprensibili, e ci verrebbe da chiedere: perché spostare sulla fascia destra della linea di difesa un giocatore come Pisacane che per caratteristiche tecniche non è portato a spingere in fase di possesso lasciando Mattiello in panchina? Ed inoltre Gaston Pereiro non era per caratteristiche tecniche il giocatore che poteva sopperire alla mancanza del Ninja, forse sarebbe stato più utile riportare Joao Pedro sulla trequarti affiancando a Simeone una seconda punta di ruolo come Paloschi, non lasciandolo così in balia dei centrali di Gattuso che si sono limitati alla normale amministrazione, inoltre per tutto l’incontro i rossoblù hanno provato a pressare al limite dell’area gli azzurri nel tentativo senza esito di riconquistare palla e ci saremmo aspettati che dalla panchina arrivassero delle indicazioni alla squadra per evitare quell’inutile dispendio di energie, invece nulla è accaduto, e si è atteso il gol del Napoli per intervenire quando oramai era troppo tardi, di fatto i sardi non hanno mai impensierito Ospina per tutti i novanta minuti con Joao Pedro e Simeone che vagavano come anime in pena per il campo.
Ora la squadra dovrà provare a ritrovarsi perché è attesa da una sfida complicata al “Bentegodi” contro il Verona di Juric e per i rossoblù sarà l’ultima occasione per non rientrare nell’anonimato, ma ci sentiamo di dare un consiglio di Celliniana memoria al Presidente Giulini: riponga la maglia del Centenario in un cassetto in attesa di tempi migliori.