(di Gianluca Guarnieri) 23 marzo 1975, sul palcoscenico del calcio torna in scena il derby della Capitale. Le due squadre vivono un momento positivo, con la Lazio Campione d’Italia in carica, mentre la Roma sotto la sapiente guida di Liedholm è terza in classifica e vuole sconfiggere di nuovo la squadra di Maestrelli e Chinaglia. All’andata, infatti, i giallorossi sconfissero i laziali per 1-0 con goal di De Sisti e per i campioni in carica la voglia di riscatto è grande. La Roma non può schierare il suo stopper titolare Alberto Batistoni, e il “Barone” incarica della marcatura di Chinaglia, Franco Peccenini, ottimo terzino destro, in coppia con capitan Santarini, mentre Francesco Rocca si dedicava al controllo di Garlaschelli. A centrocampo, Morini, Cordova e De Sisti erano pronti a creare la “ragnatela”, ovvero il sistema basato sul prolungato possesso palla, creato dal maestro svedese, non molto gradito da Maestrelli e i suoi. La gara, giocata su un campo pesante e bagnato dalla pioggia, fu subito interessante con un prolungato duello a distanza tra i due centravanti, Prati e Chinaglia, punte di diamante delle due squadre. Al 2′ ci provava Ciccio Cordova ma il Capitano romanista si faceva anticipare al momento del tiro, mentre al 5′ era proprio Chinaglia a farsi pericoloso, ma senza centrare la porta di Paolo Conti. A 30′ era proprio il baffuto portiere romanista ad anticipare D’Amico in uscita e a sventare il pericolo. Il Match era in una fase di grande equilibrio, ma un episodio poteva far saltare il banco. Nella ripresa nuove emozioni: al 47′ azione di Garlaschelli, assist del numero 7 per Chinaglia, che scavalca Paolo Conti con un pallonetto, ma Peccenini fa il miracolo e respinge la palla con una rovesciata sulla linea, salvando la porta giallorossa. Grande paura, e per la Roma le difficoltà aumentavano, con Paolo Conti bravissimo a respingere le conclusioni di D’Amico, Chinaglia e Oddi, disimpegnandosi con grande classe. Sembrava che i biancocelesti avessero la partita in pugno ma il destino decise in maniera diversa: al 75′ proprio Peccenini scende sulla destra, cross basso rasoterra, difesa laziale mal piazzata e Pulici fuoritempo, e puntuale ed implacabile come un bounty killer di un film di Sergio Leone arrivava Pierino Prati che di piatto dentro metteva la palla in rete, sotto la porta di Curva Sud, impazzita di gioia. Fu la stoccata vincente, micidiale, violenta ed imprevedibile , come la combinazione di Muhammed Ali contro George Foreman a Kinshasa pochi mesi prima. Per la Lazio il colpo del Ko. Finiva definitivamente l’era di Chinaglia, mentre nasceva una Roma capace di spiccare il salto verso la parte alta della classifica. Ci vollero ancora degli anni ma poi ogni traguardo sarebbe stato alla portata della squadra giallorossa. Ma questa è un’altra storia.