di Giuseppe Porro
1 maggio 1994 festa dei lavoratori, c’è chi va al concertone; c’è chi va a fare scampagnate, e c’è chi va ad Imola dove si corre il Gran Premio di Formula 1 in uno dei templi della velocità ed in quello che risulterà uno dei weekend più funesti della storia dell’automobilismo. È tutto pronto per la gara che preoccupa e non poco tutti i piloti, venerdì un terribile incidente da togliere il sonno accorso a Rubens Barrichello, sabato la morte dell’austriaco Roland Ratzenberger che poteva essere il preludio per fermare tutto, ma invece il circus deve andare avanti. Ayrton Senna è in pole position davanti a Michael Schumacher in una gara che vede in griglia tra gli altri anche gli sfortunati e compianti piloti italiani Michele Alboreto e Andrea De Cesaris.
Ayrton Senna Da Silva
Ayrton Senna brasiliano di San Paolo, tre volte campione del mondo, professionista indefesso e mago della pioggia per la sua guida nelle gare bagnate: 41 gran premi vinti; 80 podi; 19 giri veloci e 65 pole position, insomma uno dei migliori piloti al mondo. Uno dei primi ad arrivare alla curva Gilles Villeneuve a vedere le condizioni del povero pilota austriaco, ma come detto “the show must go on” si parte. Pronti via altro incidente che vede coinvolti JJ Letho fermo in griglia e Pedro Lamy che lo centra da dietro, i detriti volando colpiscono anche degli spettatori ferendone nove, insomma un ecatombe. Safety-car e si riparte Senna subito in testa seguito da Schumacher, settimo giro ore 14:17 Ayrton affronta la curva del Tamburello, il piantone (che era stato modificato in precedenza) cede e invece di curvare la Williams del pilota brasiliano va ad impattare contro il muro frontalmente a velocità elevatissima (anche se il brasiliano provò a frenare decelerando di almeno 100 km orari). La situazione e gravissima, interviene l’elisoccorso che trasporta il pilota all’ospedale di Bologna. Per la cronaca la gara riprende dopo circa 40 minuti e la vittoria va a Michael Schumacher in una gara surreale e senza festeggiamenti visto la grave situazione.
Obrigado
Ayrton Senna Da Silva muore alle 18:40 del 1° maggio 1994 all’età di 34 anni per le ferite subite nel terribile schianto (uno spuntone della sospensione si conficcò nella guarnizione tra la visiera ed il casco) lasciando un ricordo indelebile negli appassionati di formula uno e non, visto che il brasiliano era uno sportivo a 360° gradi, un campione da ammirare ed amare per il suo stile di guida in pista e per la sua fede e voglia di far del bene fuori dalle gare, sulla sua tomba c’è scritto “Niente mi può separare dall’amore di Dio” che fa capire che era l’uomo Senna. Insomma un vero campione come i grandi campioni dello sport che vivono nei cuori di tutti gli appassionati, da Jesse Owens a George Best; da Muhammad Alì a Kobe Bryant, un campione indiscusso che è entrato nella leggenda e che a 26 anni dalla sua scomparsa fa ancora commuovere il mondo, come se fosse stato ieri quel tragico e maledetto giorno e che avremo volentieri evitato di vivere e commentare ma purtroppo c’è stato, e ci ha privato di un grande pilota; una grande persona; un campione indelebile, grazie di tutto Senna. Obrigado Ayrton.