Nicola Ciacciarelli
Finisce 2-2 e alla Juve va benissimo così. Roma due volte in vantaggio, e con l’uomo in più per più di mezz’ora, rimontata due volte. Bianconeri brutti e poco pericolosi, contenti di aver mostrato comunque carattere e di essere usciti imbattuti dall’Olimpico.
Pirlo prova a sorprendere Fonseca, confermando il 3-4-1-2, ma spostando Cuadrado a sinistra e Kulusevski a destra. Morata dall’inizio affianco a Ronaldo. Le mosse del mister risulteranno non vincenti, se è vero che il continuo raddoppio sulle fasce dei giallorossi non permetterà alla Signora di trovare sbocchi di gioco per larghi tratti di gara. In fase di non possesso il pressing bianconero risulta poco efficace, perchè poco convinto. Ben presto si apre una voragine tra mediana e difesa e solo l’imprecisione di Dzeko e Mkhitaryan lascia in vita la Juve. Il trio difensivo Ibanez-Mancini-Kumbulla ingabbia Morata, che da par suo attacca poco la profondità. Come al solito tocca a Cristiano togliere le castagne dal fuoco con un colpo di testa imperioso (dopo il rigore nella prima frazione). Un gol che nasce dall’esterno, in uno dei rari casi in cui Danilo, e la squadra tutta, trovano il fondo. Dopo il rosso a Rabiot le cose cambiano leggermente in meglio con l’ingresso di Arthur e Bentancur. Più palleggio e meno imprecisione in fase di possesso. La Roma arretra e arriva il secondo pareggio. Gli ultimi venti minuti la Juve non crea, ma è comunque brava nel rimanere compatta e a non dare spazio ai giallorossi, che impauriti dalla potenza di fuoco bianconera si limitano a un possesso di palla sterile e portare a casa il punto.
A fine gara Andrea Pirlo ammette il passo indietro dei suoi dal punto di vista della prestazione, ma è felice del punto conquistato. E non potrebbe essere altrimenti. Gare come queste possono aiutare il neotecnico bianconero a crescere ed essere riusciti ad evitare la sconfitta conferma che il gruppo ha unità di intenti e la fame di vittoria non è svanita.