di Gianni Massaro
Turbinio di nomi, cognomi, soprannomi.
Base fissa nominale, un lungo valzer estivo che in un anno sciaguratamente differente tende a prolungarsi, si giunge all’autunnale ottobre per chiudere il sipario del mercato.
Nel segno del tre, re Carlo Ancelotti si è insediato nel dicembre 2019 in Inghilterra alla corte dell’Everton.
La susseguente stagione, conducendo dalla prima giornata i Toffees, parte in maniera ottimale.
Premier League al via, tre partite con altrettante vittorie.
Testa della classifica, seppur condivisa, Dominic Nathaniel Calvert-Lewin comanda la classifica marcatori, ben 5 realizzazioni nei primi tre atti del campionato.
Ancelotti era giunto nel periodo natalizio, inizia a plasmare il gruppo.
Dopo l’allenatore reggiolese dal Napoli anche Allan, sessione estiva del calciomercato parzialmente autunnale.
Si arriva agli sgoccioli della sessione, occaso, asola e bottone, James Rodriguez si ricongiunge al mentore romagnolo. È cappotto sgualcito dal West Bromwich Albion, 5 a 2, la prima firma del colombiano in un tessuto tendente all’alto.
L’allievo James obiettivo già nell’estate antecedente, quando Carlo dimorava ancora a Napoli.
Polivalenza, Richarlison sontuoso valore aggiunto in una compagine interessante.
Evertonapoli. Asse caldo, dalla Campania alla Liverpool blu.
Milik è l’ultimo nome accostato, destinazione britannica, un ulteriore colpo, per il popolo di Goodison Park, un altro attaccante di valore, scopo rimpolpare la rosa, tentando una scalata con annessa veduta europea.
Al Napoli dal 2016, quattro anni intensi, falcidiato da infortuni, terza stagione in netta ripresa.
Prolifico, con un numero di presenze ragguardevole dopo due anni tragici, non si è confermato negli ultimi dodici mesi.
La stagione 2019–20 è stata opaca, appannata, doppia cifra lievemente varcata in A, media gol buona, ma peso specifico non superlativo.
Altri sono stati i nomi del club di De Laurentiis accostati al People’s Club, tanti ventilati acquisti, nei meandri di un vorticoso dire.
Lo sparviero polacco potrebbe davvero giovare alla manovra della squadra inglese.
Tra Everton brasiliani e tonalità europee, Everton Soares e Everton Football Club, omonimi intercontinentali, recenti reietti accostamenti, discostamenti, a passo veloce tutto si trasforma.
Vicini ma non amalgamati, mondi lontanamente a contatto.
From Napoli to Everton, una fusione corposa, tra suggestioni e suggerimenti, realtà e fantasie.
E se gli anglosassoni di Carletto hanno intrapreso un cammino ottimamente la banda del discepolo Gattuso pare anch’essa dare speranza al popolo partenopeo. In attesa di un impegno probantissimo, contro la campionessa in carica, da ben nove lunghi anni.
Con un giovanissimo, di nome Moise, in forza all’Everton, che è nel mirino della stessa Juventus…
Vecchie fiamme, vecchi ritorni, giovanissimi.