di Gianni Massaro
Numeri uno, sul tabellino. Annullarsi a vicenda, squadre guidate da due ex calciatori di Serie A, centrocampista ed attaccante.
Niente numeri uno, non è un pomeriggio in cui gli estremi difensori si esaltano, anzi.
Guantoni balcanici baldi poco.
Perlopiù equilibrio, ognuno con le proprie carte migliori.
Dalla zona sinistra nascono le reti, l’Inter mostra un assestamento difensivo un po’ preoccupante, la Lazio fornisce una prestazione di alta caratura, reagendo alla brutta sconfitta casalinga provocata dall’altra grande nerazzurra, tambureggiante e travolgente banda gasperiniana.
Il Toro Lautoro a capo chino, lesto trafigge gli aquilotitiani, bassa quota.
Milinkovic doma i nerazzurri, in vetta, insacca di testa dopo il lancio raffinato di Acerbi, terza rete nel campionato agli interisti, una per edizione nelle ultime tre stagioni, e quest’ultima manca ancora di un atto.
Completata la sigla SMS, un acuto squillo nel torneo corrente.
Torrenziale è il dilagare di Manuel Lazzari sulla fascia destra, tra i protagonisti principali seppur non appare nella trama cruciale che ha portato al pari.
Gol confezionato con un’ossatura estrema esterna strenua, provenienza estense.
Partita ricca di contenuti, sull’asse di fascia in fattezze spallaziali, avranno un ruolo preminente nell’arco della stagione, frecce, faranno cose, Fares e Lazzari.
Sporge, volume di gioco, il giocatore italiano dal motore polmonare inesauribile, la Spal conduce. Spalla, in traslazione giocosa, deltoide, Lazzari dal passato sui manti di provincia, Delta 2000 club incluso.
Solenne ennesimale intrepido avanzare, senza fronzoli e feroce. Il sergente serbo serva trattamento speciale ai bauscia.
Giochi in parallelo, Immobile meno mobile e ficcante “conquista” un cartellino rosso, nervosismo in eccesso.
Sensi appare meno sensazionale rispetto all’avvio del passato campionato, per una bissata passata di cartellini al pomodoro, salsa applicate in apparizioni “pomodorate” innescate da pomo con porta che permette di affacciarsi in prestazioni attoriali-teatrali dorate.
Atleti in vene leggermente comico-farsesche, ricalcando una tipica commedia all’italiana.
Auree arti, non prime volte. I giocatori italiani ne escono lievemente ridimensionati, Lazio Inter diviene una partita capace di annoverare intriganti episodi.
È anche questo il bello di un gioco, e chi riesce a prendere meno copertine non comporta equazione certa di insufficienza. Valorosa Lazio, vedere Lazzari, sprinta.