Tendenza e controtendenza, l’Atalanta mette la terza. Ha messo. Mise.

Posted By on Ott 17, 2020 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Atalanta Cagliari. In un pianeta dalla facile, veloce comunicazione.
Globalizzazione diffusa, viaggio senza Piaggio, nel caso specifico.
Un mare di mezzo, si vola, in alto.
Distanza bruciata, in meta isolana. Punteggio pieno, un conto in sospeso tra Gasp e il Cagliari.
Statistiche dinamiche, volubili, voluminose, da analizzare, altre da scartare, dribblare.
Trame divertenti, tentacolari, tentativi ripetuti, arrembaggio orobico placato dai sardi.
Precedenti, dentista tramutatosi in completino rossoblù. Negli ultimi sei incontri tra le compagini perlopiù una monotona scansione 0-1, 0-2; considerando le ultime sette battaglie, inclusa una di Coppa Italia, lo spartito vede un equilibrato 4 a 3 a favore degli atalantini, zero pareggi.
Tre vittorie a testa nelle ultime sei sfide di campionato, cinque reti inviolate, sempre per uno solo dei portieri.
Il tabellino è solito riempirsi, di almeno una marcatura. È un ostico duellante, Casteddu duro per la banda di Gasperini.
È tempo di sovvertire l’inerzia. Il Cagliari non è una corazzata d’alto livello, bisognava proporre un esito da Dea, un gioco d’oro, ‘dorobico’.
Non si gioca d’azzardo, con il tecnico piemontese, gli uomini di Gi.Ga. si connettono intensamente, costanza al potere.
Pokerissimo, eccolo, magistrale nel rinfacciare, 5 a 2, in controtendenza.
Ad essere esatti, in tendenza, Cagliari eccezione non piegatasi alla furia dell’Atalanta stampo panca grugliaschese.
Dall’avvento del tecnico una squadra sofferta, tamburino sardo placaba le tambureggianti manovre realizzate dai nerazzurri, con cuore, edonismo vigoroso applaudito dai più, cuore ed edonismo virtuoso, pure, capacità tecniche evolute.
Dove una difesa aveva perennemente prevalso, in otto degli ultimi nove scontri,
tritura gli avversari la squadra lombarda.
Si abbonda in gol, da ambedue le parti, senza pietà.
7 centri, 4 a 3 per il primo tempo, senza attese formali, tattiche e tatticismi. Smisurata la dimestichezza dei padroni di casa col gol.
Assetto prolifico cagliaritano in formato sudamericano, la sinfonia opposta del gol ben amalgamato, in un contesto affamato.
È mondo globalizzato, ospiti ovunque e padroni di casa in più luoghi, erano trasferte quasi sempre vittoriose.
Riottosa, scaccia la consuetudine la squadra bergamasca, maschera il difetto di una fase difensiva non inespugnabile affilando l’arma fertile.
Il mezzo di trasporto per stare in alto è l’ottovolante, dopo avvii stagionali complicati, in salita.
La quadra pare trovata, ottovolante, atalantino, diverte.
Tra tendenza e controtendenza, l’Atalanta mette la terza. Ha messo.
Mise.
Miserrimo risultato la giornata susseguente. Avversario più probante, escursione partenopea.
4-1, quattro meno uno, leggerebbero i non fruitori e le non fruitrici di pallone.
4 a 1 dice sicuro fermamente il tabellino.
Nel segno del tre, differenza e risultato.
Abissali mutamenti nell’arco di una sola giornata.
Abbraccia il cambiamento l’Atalanta, involuzione, instabile, stranamente altamente imballata. Ritmo ternario, valzer tra valli e monti metaforici.

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