di Gianni Massaro
È (stato) un fine settimana nazional-calcistico pieno di spunti rilevanti.
È Napoli Atalanta sfida che promette spettacolo, non deludendo le attese. Gattuso magistrale nell’architettura una squadra super frizzante.
Ante Rebic non c’è, il miglior cannoniere milanista dello scorso campionato, e dunque della precedente stagione.
È un Milan alquanto cinico nel derby, assalta e corazza, nell’istante finale si avvinghia alla forza del collettivo e sbrana.
L’Inter è priva di dell’ingente batteria di riserve. Batterici colpi da incassare, tonfo laziale in contemporanea, passo falso juventino poco dopo.
La domenica canta il gallo, supera nella storia torinista dei goleador Valentino Mazzola, uno dei migliori talenti sfornati dal Paese. La vittima non gallica, quanto subgallica, subcorsa compagine, sub Corsica, antica isola di dominio italiano.
La vittima cagliaritana, corsara rete non d’avvenente fascino: timbro su calcio di rigore. Altro centro nel secondo tempo, in una sconfitta amara grazie ad un mancino portentoso.
Poco importa. Spedisce in porta.
Ci sono gol e gol. L’importante è che la sfera varchi interamente la linea di porta.
Il centravanti lombardo cresciuto nell’Albinoleffe sempre più nella storia granata.
Archi, e frecce, ne ha tante l’Inter per scalare la vetta nel prosieguo del torneo.
Una squadra di floride, rosee potenzialità il club milanista, limiti da verificare, in quantità e qualità.
L’asticella pare elevata, la profondità della rosa meno.
Trionfante Napoli, dopo quasi due anni ritorna a prevalere sulla formazione atalantina. È Kolarov come Materazzi, atterra Ibrahimovic, il quale conquista calcio di rigore.
Dopo dieci anni il Milan batte i cugini nerazzurri nella “trasferta” a San Siro.
Kolarov come Materazzi, Ibra come Ibra.
Su calcio di rigore nel 2010, su sviluppi “rigorosi” nel 2020.
Entra sempre più negli annali della stracittadina meneghina, dimestichezza prolifica già avviata nella permanenza nerazzurra, feeling crescente con giocate decisive e con gli acuti maggiori alla corte del Diavolo.
In campo nazionale una garanzia assoluta, lo svedese, migliora ancora.
È nella storia Samir Handanovic, neutralizzato il tiro dal dischetto di Zlatan, pallone che comunque ha invaso in seconda frazione l’ingresso presieduto dal muro di Lubiana.
Seconda frazione, nel primo tempo, doppia razione di gol targata Ibra.
Meno ciclonico, ugualmente ciclopico.
Devastante, senza Ante Rebic i rossoneri trovano in Leão un’arma affilata, lama brava ad assistere il numero 11 per il gol del momentaneo 0 a 2.
Al San Siro “San” Samir splendido pararigori non è sufficiente ad evitare la prima sconfitta. 25 penalty scacciati dalla rete, ma Ibra no. Non perdona.
In gran spolvero Ibra & Co, cobra reale, in versione letalmente velenosa.
Gianluca Pagliuca è comunque superato come specialista di Serie A. Intanto con Meazza, Rivera, Mazzola, Shevchenko, Milito… prosegue l’ascesa il divino Dio-Leone di Malmö nell’Olimpo magistrale di Milano.
Lukaku è altro protagonista importante, pietra portante nel sistema di gioco contiano, dalle prestazioni del gigante belga passeranno eventuali future fette di gloria bauscia.
Fisicità imponente ad accompagnare numerose abilità considerevoli.
A sorridere è un altro Samir, brasiliano dell’Udinese che ottiene una vittoria di capitale importanza.
Il trono del campionato aperto a varie grinfie, poche giornate non saranno sufficienti a stabilire con molta probabilità le gerarchie.
Viva lo spettacolo. Imprevedibilità al potere. Napoli e Milan, con i partenopei leggermente più attrezzati, possono sbalordire, in positivo.
Inter e Juventus partite in maniera non sfavillante restano le squadre da battere per provare a volare alti.
Non sottovalutare l’anziano felino in grado di arpionare i palloni nelle traiettorie più disparate è saggio.
Non sottovalutare le qualità in panca di Gennaro Gattuso, oltre alle ricorrenti doti esaltate di grinta e carisma, è ancor più saggio.