di Daniele Craviotto
Lo scenario che si è configurato allo stadio Luigi Ferraris è stato chiaro fin da inizio gara. Il Genoa rassegnato a raccogliersi in difesa, complice una tenuta atletica non ottimale e l’Inter, come il serpente che lo rappresenta, pronto a strisciare per insinuarsi nei minimi spazi. Il problema grosso per i rossoblu potrebbe cominciare a consistere nel motivare una sconfitta o un pareggio, dove poco si è creato, sempre con lo stesso ritornello: il Covid. Il Grifone, però, dovrà essere bravo, già dalla Coppa Italia, ad uscire mentalmente dal tunnel. Ci vuole pazienza, quella che ieri ha avuto la squadra meneghina per risolvere la questione con un netto 0-2. Ora arriva il derby e si sa che tradizionalmente è una partita da giocare con testa fredda e cuore caldo e l’aspetto psicologico diventa centrale. La squadra di Maran, per caricarsi, potrebbe andare a riguardarsi le vittorie, nella stracittadina, ottenute con grinta e cuore grazie al mai dimenticato professor Scoglio; oppure riprendere le immagini del celebre confronto di andata contro la poi tricolore Sampdoria. Se da loro analizzate bene, i giocatori capiranno che anche lì il Grifone sembrava non potesse farcela, ma si dotò della qualità di cui è più alla ricerca: la pazienza.