Sorride l’Emilia. È Inter parzialmente croata, attiva ma non creativa, dunque croativa.

Posted By on Nov 5, 2020 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Sorride l’Emilia. Il sabato si va raffreddando, il piatto è servito, a base di prodezze ed errori, a suon di gol. Parma bestia nerissima negli ultimi anni per l’Inter nel tempio di casa, stessa legge per il club Casteddu in trasferta felsinea, ultima vittoria in campo bolognese in A risalente al 10 gennaio… 10-1-10, Matri marcatore decisivo nello 0-1. Max Allegri in panca, ancora senza alcuno scudetto vinto.
Presto ne farà una scorpacciata, Milan e Juventus alleate nel banchetto tricolore abbondante del livornese.
Tempo ne passa. Mourinho era ancora all’Inter, il triplete lontano ancora diversi mesi.
Il sabato spettrale, da zucche vuote regala un po’ di fosforo in emozioni. Dilapidati due punti, al netto di varie occasioni ghiottissime avute, sono ciniche in alto grado le avversarie, ma ciò qualcosa vorrà pur significare.
Animo da difesa arcigna pare allentato, in pochi fatali guasti. Luci ed ombre, Gervinho colora il San Siro, la prima è una rete formidabile su morbido invito di Hernani, scarna è invece la precisione in area degli interisti.
Buio profondo, Gervinho dilaga, nella ripresa confeziona una pregevole doppietta attaccando gli spazi. È il piede educato a rimettere in corsa i padroni di casa, mancino piazzato con maestria da Brozovic, su suggerimento di Barella, elemento chiave, portante nelle manovre agonistiche.
Sono due punti persi, senza ombra di dubbio, bravissimo il Parma a trafiggere con sapienza.
Nel finale è il forbito lancio telecomandato di Kolarov su piazzato a posarsi sulla testa di Perisic, il quale evita una cocente sconfitta. Lukaku mancanza capitale, in un mercato atomico, sulla carta, con carenze considerevoli nel vivo delle vittorie odierne, tendenti sempre più al gol in eccesso piuttosto che all’efficacia di retroguardia.
Falle in rosa le alternative di spessore prolifico.
Classe arbitrale sciagurata, decisioni assurde nelle ultime settimane, basti pensare allo stesso sfondo geografico e settimanale, Milan Roma del lunedì.
Confusione.
Nella fiera globale tenutasi alla Scala d.c (del calcio) tra brasiliano assistente (nell’atto di assistere), ivoriano fulminante e Est Europa importante, di italiani protagonisti non ve ne sono tantissimi.
Da elogiare Sepe, di cardinale essenzialità e sostanza tra i pali.
Spettacolo da Premier, Barella Inglese ispiratori, il centrocampista sardo imprescindibile, dalla elevata stabilità prestazionale, Roberto da Lucera col mancino, piede debole, fa luce in un piccolo sentiero per il collega delle scorribande ‘Gervinho’, seppur il sistema ostile non si è comportato con estremo ardore; se supportato dal corpo, senza acciacchi il parmense italiano si dimostra punta di buonissimo livello.
Inter pericolosa, poco rapace, non capace in fame di vittoria, non creativa quanto croativa, sull’asse Brozo-Perisic.
Attivi nei guizzi, l’esterno di Almissa divora una nitida opportunità nel primo tempo.
Non sciupa Soriano, in SoriaNOsmia, non perde il fiuto del gol.
Bologna Cagliari è nel segno del pirotecnico a tratti, nel rossoblù infervorato.
Roberto Soriano ha iniziato il torneo alla grande, tra ultimi passaggi dispensati e timbri importanti. Incoronatosi re d’Emilia, sente i derby regionali. Quattro centri in questo avvio, due al Parma, uno al Sassuolo, diversifica col Cagliari. Perenne sfondo ai gol il Dall’Ara.
João Pedro Simeone è coppia in ottimale forma, sostanziosa negli ultimi metri, tocchi taglienti, già quattro i gol di João, ben cinque Giovanni.
Il Cholito mette la quinta, il gruppo felsineo riesce a vincere dopo un periodo costellato di sconfitte. Gli spunti giovano al Bologna, equilibrate folate, con i bolognesi leggermente meglio.
Possono contare su uno strepitoso, ispirato Musa Barrow. Di destro sentenzia, di forza coadiuvata a precisione: serata di grazia. Un talento che saprà regalare altre perle.
Guerriero giovane agli ordini di Sinisa, allevato dalla solita Atalanta. Di gamba e colpi, agile, il meglio partendo non da terminale puro offensivo, sarà interessante carpire l’evoluzione di Musa, dalla capitale del Gambia, fondata dagli inglesi. Comuni frecce col football.
È un sabato che sorride all’anglicano gatto, Inglese Soriano, strizza l’occhio alle emiliane. Divertono, con peculiarità di gioco differenti, seppur lo scettro d’edonismo spetta al Sassuolo di De Zerbi.
Emilia Romagna opulenta, s’accaparra punti, obiettivo rimanere in A, in tranquillità.
Il Sassuolo eccezione, vola alto, in attesa del prossimo turno, le migliori quattro del passato torneo si sfideranno, prima contro quarta, seconda contro terza, ospitano le meno blasonate.
Ci sarà da divertirsi.

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