di Alessandro Aglione
Il 1990 è stato per me un anno di cambiamenti sia perchè avevo cambiato casa, che perchè avevo iniziato il liceo e questo un pochino mi turbava.
Il 19 Settembre di quell’anno iniziò la mia prima esperienza europea allo stadio con mio padre : la Coppa Uefa.
Finalmente potevo vedere le partite in diretta, abituato ad ascoltare la Roma con la trasmissione ” In campo con Roma e Lazio” su Teleroma 56
condotta da Lamberto Giorgi. La trasmissione però che più mi intrigava e colpiva la mia attenzione era : ” Gol di Notte “del Maestro Michele Plastino la domenica sera, per il suo modo di trattare gli argomenti calcistici. Ma torniamo alla competizione europea di cui stavo parlando
che la Roma iniziò contro il Benfica di Eriksson – che mesi prima aveva perso la finale di Coppa dei Campioni contro il Milan di Gullit, Van Basten
e Rijkaard. Contro tutti i pronostici la squadra giallorossa allenata da Ottavio Bianchi e formata da buoni giocatori come Giannini, Rizzitelli ed altri ma con un solo fuoriclasse Rudi Voeller , superò il turno. Il cammino continuò vincendo contro il Valencia , il Bordeaux e l’ Anderlecht arrivando
in semifinale dove dovette affrontare la squadra danese del Brondby. Grazie a mio padre ebbi la fortuna di vedere allo stadio Olimpico le ultime
tre partite che ho elencato, e la felicità che provai in semifinale al momento del goal di Rudi Voeller – ( un mio idolo) – a due minuti dalla fine
della partita che portava la squadra capitolina alla finale di Coppa Uefa, fu immensa. Purtroppo non vincemmo la Coppa perdendo contro l’Inter
( per un errore dell’ arbitro che diede un rigore all’ Inter che secondo me non era corretto assegnare). Alla fine comunque è stato un cammino
quasi vincente. Ancora una volta mi resi conto che essere un tifoso della Roma voleva dire vincere poco ma è un qualcosa che fa parte del tuo quotidiano e che ti da delle emozioni che si provano per poche altre cose nella vita.