(di Giuseppe Porro)
La Roma domenica sera è caduta rovinosamente a Napoli perdendo nettamente e senza scusanti. Ma analizzando la situazione a mente fredda qualche attenuante c’è, anche se non tutti la pensano allo stesso modo.
Partiamo da un presupposto, niente alibi per la sconfitta di domenica tutti colpevoli nessuno escluso, ma guardando il bicchiere bisogna guardarlo sempre mezzo pieno e non mezzo vuoto come molti tifosi.
Se c’è una cosa fastidiosa sono le voci in generale, ma quando vengono dall’interno ovvero dall’ambiente giallorosso o perlomeno da quello che lo circonda, sono ancora più fastidiose.
Quindi si accende il gas e si comincia a cucinare il minestrone mettendo dentro i più svariati ingredienti per farlo più saporito possibile, e questa partita a fornito diversi ingredienti.
Dalla colpa a Fonseca (che degli errori ha commesso in gara), alla colpa a Mirante reo di avere tutti i gol sulla coscienza, dall’evanescenza di Dzeko e Pellegrini, fino ad arrivare ai Friedkin, etc. etc; e il minestrone è pronto.
Infatti in settimana si è parlato di bilancio in rosso e sfuriata della nuova proprietà (alla prima sconfitta dal loro avvento) cosa tra l’altro smentita, fino a pensare ad un tacito accordo per “favorire” il Napoli. Potere dei social, aberrante.
Gli errori ci sono stati in toto, ma le attenuanti pure. A partire dal viaggio dalla Romania dopo la partita di Europa League, all’approccio alla gara delle due compagini (il Napoli giocava con Maradona nel cuore).
Dagli infortuni di Mancini e Veretout a gara in corso, alla forma di Dzeko tornato dalla guarigione dal Covid, e dulcis in fondo la sconfitta che mancava da Agosto, quindi il bicchiere è mezzo pieno.
Ora va girata pagina subito, cambiando registro dalla gara di stasera con lo Young Boys e poi quella di domenica contro il Sassuolo, perché la Roma resta, mentre le chiacchiere le porta via il vento.