di Giuseppe Graziano
Ivan il tonante o il temibile sarebbe la giusta interpretazione dell’appellativo dato dal popolo al famoso zar di Russia conosciuto come Ivan il terribile. La giusta interpretazione si adatta perfettamente ad Ivan Juric. Il tecnico croato ha tuonato molte volte in questa stagione per alzare la concentrazione dei suoi dicendo più volte che non era soddisfatto del calcio espresso ma soprattutto ha tuonato forte ad inizio stagione sul mercato fatto dalla società. Eppure, nonostante i tanti cambi gli scaligeri sembrano non aver risentito tanto, Juric è riuscito quasi da subito ad amalgamare il gruppo e a fare quelle stesse prestazioni agonistiche e di squadra che li avevano distinto la scorsa stagione, riconfermandosi Ivan il temibile. Sì, perché questo Verona lo temono tutti, molte squadre più accreditate ne hanno le spese, Milan e Juventus con due pareggi e Atalanta e Lazio con due sconfitte, dove, tra l’altro, era tutte partite giocate in trasferta per i gialloblù. Il merito di Juric, nonostante lo scetticismo iniziale, sta proprio nel fatto che è riuscito inculcare nella testa dei nuovi calciatori arrivati il suo credo tattico e soprattutto mentale trovando nuova linfa in giocatori come Lovato, Di Marco e Ilic, il rispolverato Barak, la conferma di Silvestri, Faraoni, Lazovic e Veloso e l’esplosione di Zaccagni, la stella di quest’anno. Grazie a tutto questo il Verona ha già fatto 27 punti in campionato, contro i 20 alla stessa giornata, e anche se non dovesse vincere le ultime due del girone di andata, contro Bologna e Napoli, avrebbe comunque fatto meglio dello scorso anno. L’obbietto prefissato dalla società è sempre la salvezza, ma io sono certo che quest’anno nella testa di Juric ci sia qualcosa di più. Lui non ha mai nascosto di voler puntare alla qualificazione alle coppe. Staremo a vedere.