Pasquale Pollio
Il Milan si presentava alla “Sardegna Arena” per confermare la sua leadership in campionato contro un Cagliari in piena crisi che aveva conquistato solo quattro punti nelle ultime dieci gare con la vittoria divenuta oramai una chimera e con la zona retrocessione ad una sola lunghezza di distanza, a complicare la gara ci si metteva Lycogiannis che al settimo minuto collezionava l’ennesimo “orrore” del suo campionato atterrando Ibrahimovic in area, Abbisso non aveva dubbi indicando il dischetto e lo svedese questa volta non sbagliava, ma nonostante lo svantaggio immediato la squadra non si disuniva continuando a restare in partita ed andando al riposo sotto di una rete, anche se la porta di Donnarumma non correva nessun pericolo, alla ripresa delle ostilità Di Francesco confermava l’undici iniziale ma al pronti via era ancora Ibrahimovic lanciato da Calabria a realizzare il gol del raddoppio, una vera mazzata per una squadra già in evidente difficoltà, a quel punto il tecnico rossoblù decideva di richiamare in panchina Gaston Pereiro, ancora deludente la sua prestazione ed incomprensibile il suo utilizzo, inserendo Sottil, ma solo un episodio avrebbe potuto cambiare l’inerzia della gara, e l’episodio arrivava al minuto settantaquattro quando per doppio giallo Saelemaekers imboccava la via degli spogliatoi, in superiorità numerica i rossoblù provano a riaprire il match ma era troppo tardi, il Milan espugnava la “Sardegna Arena” facendo piombare i sardi nel dramma.
Con questa sconfitta il Cagliari allunga la sua serie negativa e si giocherà domenica il terzultimo posto in classifica contro un Genoa rivitalizzato dalla cura Ballardini, ora però la Società dovrà decidere se perseverare nell’errore di confermare un tecnico che è riuscito nell’impresa di conquistare solo quattordici punti in diciotto gare portato la squadra sull’orlo del baratro, o dare una scossa all’ambiente provando a conquistare una salvezza che si complica di giornata in giornata, dopo Maran, Liverani e Giampaolo forse è arrivato anche il momento di Di Francesco