(di Giuseppe Porro)
Il caos regna sovrano, ed anche se bisogna analizzare le cose piano piano il malumore c’è e traspira dai comportamenti, dalla mimica, dalle situazioni non solo dalle parole dei social, delle radio e delle tv.
Facciamo un passo indietro, anzi due. La Roma riprende una gara persa contro l’Inter con un ultima fase di gara da grandissima squadra confermando che c’è, e che tutto va per il verso giusto.
Arriva il derby, la Roma perde male senza giocare, mancando di “tigna” o più comunemente mancando di senso di appartenenza, come se fosse una “partita come le altre” (cit. Zeman) e la Roma si smarrisce, tutto il bello visto fino a quel momento sparisce come una nuvola di fumo.
Il riscatto è pronto. Coppa Italia c’è lo Spezia all’Olimpico, passerella con qualche titolare a riposo contro una compagine che gioca si un bel calcio, ma scende in campo con la seconda squadra, quindi sembra la serata giusta per mettere il derby e le polemiche alle spalle.
Dopo il primo quarto d’ora da brividi con un uno due degli spezzini, la Roma raddrizza la gara e non la chiude per la scarsa vena di Borja Mayoral che sembra Marco Pacione contro il Barcellona. Supplementari, buio totale in cinque minuti si consuma la Caporetto giallorossa.
Due espulsioni in un minuto, la gaffe delle sei sostituzioni e la susseguente eliminazione (omologato oggi lo 0-3, il secondo in stagione, altro record) che denotano la situazione mentale e non solo confusionaria che vive la Roma.
Il resto è storia, dopo l’allontanamento dei due dirigenti Gombar e Zubiria, c’è stato l’ammutinamento della squadra nell’allenamento, con i senatori che chiedevano il reintegro di Gombar (sembra spostato ad altre mansioni) come garanzia per scendere in campo.
Nel frattempo in città hanno cominciato a girare vorticosamente voci, nomi e quant’altro da Fonseca ad Allegri, da Spalletti a Sarri fino addirittura a Mazzarri poi De Rossi, Totti e chi più ne ha più ne metta creando nuove leggende metropolitane e perdendo di vista la realtà.
La realtà dice solo che la squadra, dove tra i convocati di domani non figurano Mhikitaryan, Pedro e soprattutto Dzeko (alimentando il fuoco delle polemiche) dovrà fare solo il proprio dovere, ovvero battere lo Spezia che con tutto il rispetto dovrebbe essere la routine.
Solo dopo si tornerà a (s)parlare, chiacchierare, valutare, se ciò non dovesse accadere, allora aspettiamoci un’altra Roma in fiamme come ai tempi di Nerone e li non vorremo essere né Friedkin e né Pinto che potrebbero tranquillamente dire: “ma chi me lo ha fatto fare”.