Pasquale Pollio
Terminato il girone di andata è tempo di bilanci, e quello degli azzurri si presenta in chiaroscuro, con una squadra che ha alternato delle prestazioni convincenti ad altre dove i cali di tensione sono risultati evidenti, e questo andamento altalenante non è assolutamente compatibile con i programmi societari che puntano quantomeno al rientro in Champions League, e come spesso accade in questi casi è il tecnico a salire sul banco degli imputati.
Ora una piazza, da sempre poco incline all’equilibrio, chiede la testa del tecnico, reo di non aver trovato l’assetto tattico giusto per far rendere al massimo gli uomini a sua disposizione, ed in parte questa potrebbe anche essere una valutazione corretta visto che la trasformazione del vecchio 4-3-3 in 4-2-3-1 non ha dato i frutti sperati, ma Rino è uomo vero e pragmatico e potrebbe anche decidere di tornare all’antico, cosa che gli consigliamo, sconfessando la campagna acquisti della Società che ha portato all’ombra del Vesuvio tale Victor Osimhen, giovanotto di belle speranze che dovrebbero poi tramutarsi in realtà, e che nel 4-3-3 avrebbe relegato Mertens alla panchina, in quanto è palese che il belga non si esprime al massimo come sottopunta, ed a proposito di sottopunta anche Zielinsky potrebbe migliorare il suo rendimento se fosse spostato nel ruolo di mezzala, c’è da considerare inoltre che la rosa non è stata completata, e l’unico laterale basso arruolabile resta Mario Rui, inutile continuare a costringere il volenteroso Hysaj a percorrere una fascia non sua, ma il tempo è ancora dalla parte del tecnico che può puntare Coppa Italia ed Europa League ed inoltre dopo un girone disputato, con un incontro ancora da recuperare seppur con i bianconeri a Torino, è a soli due punti dalla zona Champions, certo le prossime settimane saranno decisive per il prosieguo del campionato degli azzurri che avendo collezionato già sei sconfitte in diciotto gare non possono più permettersi ulteriori passi falsi