di Gianni Massaro
Miglior squadra per punti in scontri diretti tra le prime sette. E non soltanto per punti.
Stride la sonora sconfitta a Napoli, ma l’eccezione…
Arriva la prima vittoria esterna per la Dea senza subire gol in questa Serie A;
tre gol di scarto, potevano anche essere quattro o cinque.
Milan domato, ai rossoneri mancavano vari elementi, e carente pure l’agonismo.
Qualche demerito, ingigantito dalla prestazione maiuscola atalantina e da qualche episodio ben sfruttato.
Palle inattive e spina in cervello ondivaga.
Theo Hernandez riesce finalmente a giocare la sua prima sfida con l’Atalanta, ma non contrattacca al meglio, complice smalto da ritrovare, e una concentrazione costante in fase di retroguardia non impeccabile.
La differenza fra Bennacer e Tonali non è ancora esigua, e ciò non rappresenta un bene per il calcio italiano.
Romero sontuoso, prestante, fisico, ispirato e prolifico, apre in torsione e offre a Zapata il pallone del tre a zero, soprattutto chiude decisamente eventuali spifferi. Prodigioso il doppio sporcare sui tentativi di Kessie e Mandzukic in pochi secondi nell’area.
L’occhio lo ruba macroscopicamente Josip, il ladro oculare di un triste San Siro vuoto.
Sfilate e sterzate in fazzoletti di campo, un rigore non straordinario beffa ugualmente Donnarumma.
Diverte ed incanta. Nella preparazione al tiro è sublime, vedendo con la coda dell’occhio.
Un gigante esile, accenni di un’esilarante superiorità tecnica individuale, silura con grazia superlativa il depredatore sinuoso.
Una solo pupilla non basta per ammirare le giornate di grazia dello sloveno.
Lode a un Ciclope da Prijedor, dunque con un occhio aggiunto piuttosto che sottratto, Iliciclope guarda oltre, pennella la tela con l’aggiuntiva protesi proteica del pensiero in filtro a mandorla.
Le polemiche si potrebbero lasciare altrove, l’arte somma accolta, con la bellezza di uno spettacolo.
Tra gli ultimi baluardi Ilicic Jojo, tutto il resto è gioia.