di Gianni Massaro
Delusione rossoblù, manovra scialba dei ragazzi di Di Francesco, calano certezze nella ripresa per i cagliaritani. Ed è svolta in panca in seguito a un digiuno vincente interminabile.
Sterile assai l’attacco, con il solo João Pedro a sobbarcarsi oneri realizzativi, periodo nerissimo per quasi tutti i calciatori del club sardo.
Mancano tempi di regia in mezzo al campo, oltre a un Nainggolan non al meglio della condizione e Nandez nel traffico di mediana in opaca versione.
Manca qualche certezza, carenti le alternative, poche;
ad aggravare la situazione nello scorso anno il pesante infortunio di Marko Rog.
In un campionato molto competitivo poco frizzante il cambio di marcia, la fisicità flebile negli interpreti dalla mediana in su ulteriore impedimento nelle dinamiche di gioco.
Fisicità nell’offendere e taglienti geometrie, Semplici non può inventare nulla ma dovrà cercare di spingere su una smarrita fluidità di gamba e pensiero, varando un sistema imperniato sulla concretezza: una difesa pessima ma non imbarazzante nei numeri, l’attacco invece langue, clamorosamente arranca.
Mentre “ruba” i panni di migliore delle peggiori (complimento o si dica peggiore delle migliori) la Samp di un altro ex romanista come Di Francesco, subentrato proprio al tecnico di Pescara nell’ultima esperienza giallorossa.
Ex pure del Cagliari, trattasi di Claudio Ranieri, il quale portò alla fine degli ottanta il Cagliari dalla C alla A, tre anni, con uno in massima serie. Avventura culminante con un quattordicesimo posto.
Uomo di pragmatica indole, signore del pallone, Claudio, e al Cagliari avrebbe giovato probabilmente già da qualche settimana, se non dall’estate scorsa, la presenza di un allenatore meno sperimentale in grado di plasmare il gruppo in poco tempo.
Intanto si riparte da Leonardo Semplici, si tenta, nomen (cognomen) omen.